Inaugurando la sua nuova vetrina in corso di Porta Ticinese, Giorgio Armani si è vestito ieri da urbanista e ha tracciato le coordinate della nuova Milano. «Milano è una città bellissima, basterebbe un po' d'ordine, più controlli e meno ottusità burocratica. Milano va allargata, la gente ha voglia di spostarsi dal centro, bisogna aiutare questa tendenza, senza far morire il centro. Ci sono piazzette bellissime che andrebbero riempite di tavolini, anche riparati dalle vetrate, come a Parigi. Non facciamo diventare il centro solo un insieme di boutique, vi stupirà che lo dica proprio io, ma è così».
Più socialità in centro, più vetrine nelle altre zone è la ricetta di Armani. Ma gli stilisti non hanno intenzione di abbandonare il quadrilatero. Paul Smith ha da poco aperto in via Manzoni. Armani stesso realizzerà un residence sopra il suo atelier nella stessa via. A ottobre, il marchio «Just Cavalli» aprirà in via della Spiga uno spazio progettato da Italo Rota, che anticipa: «Ci sarà un ascensore bianco a forma di zucca all'interno del quale il lifter offrirà flute di champagne».
Ma i «nuovi poli» griffati stanno nascendo. Armani è impegnano nella zona Ticinese (il nuovo negozio AJ è fornito di bar per happy hour e resterà aperto anche di sera) e in via Tortona, dove ha inaugurato anni fa il suo atelier e dove, forse, aprirà un ristorante: il primo di Massimiliano Fuksas e Tadao Ando. L'americana Hines sistemerà l'area Garibaldi-Repubblica con la Città della Moda di Cesar Pelli. Ma forse su questa, Armani mostra perplessità: «Bisogna stare attenti a non costruire ghetti».
Estratto da Corriere della Sera del 28/09/04 a cura di Pambianconews