Bulgari continua a crescere, prosegue sulla strada della verticalizzazione aziendale e, soprattutto, si conferma un simbolo del made in Italy che funziona, che ha i conti in ordine e fronteggia crisi economica e concorrenza puntando su qualità e innovazione. In questo quadro, spiega Francesco Trapani, amministratore delegato dello storico marchio di gioielleria, si inserisce la joint-venture siglata ieri con il gruppo Leviev, il più grande produttore al mondo di diamanti tagliati, con un fatturato da 2,5 miliardi di dollari all'anno.
Come è nato l'accordo?
Per quanto riguarda noi, la joint-venture ci garantirà la fornitura di diamanti di grandissima qualità a un prezzo altamente competitivo e ci permetterà di creare nuove collezioni di gioielleria esclusive, con pietre preziose, tra cui diamanti blu, rossi, rosa e verdi. Per quanto riguarda il gruppo Leviev, volendo un player globale, la scelta era tra noi e pochi altri, penso a Cartier e Tiffany. Bulgari evidentemente è apparso il partner più promettente.
Il 2003 è stato un anno difficile per l'economia e per il settore della moda e del lusso, ma voi avete chiuso con utili in crescita del 5,9 per cento. Cosa prevede per il 2004?
Sono molto ottimista: dai primi mesi dell'anno abbiamo avuto diversi segnali, tutti positivi: dai negozi (Bulgari può contare su una rete di 180 punti vendita nel mondo), dagli ordini futuri e dalla Fiera di Basilea, la più grande e importante mostra degli orologi e della gioielleria, che si è tenuta nello scorso mese.
Tra meno di una settimana si inaugura a Milano il primo di una catena di hotel esclusivi a marchio Bulgari. Cosa vi aspettate da questa nuova fase di brand stretching?
Crediamo molto in questo progetto. L'albergo di Milano è a due passi dal quadrilatero della moda (in via Fratelli Gabba), avrà un giardino di 4mila metri quadri, un ristorante, una spa. È pensato anche per arricchire la comunità locale, la città e i suoi abitanti, non solo per offrire camere esclusive a clienti di fascia alta. Quando troveremo location altrettanto prestigiose, apriremo anche a Parigi, Londra, New York e Tokyo. Potremmo dire che la joint-venture con Leviev è un esempio di verticalizzazione industriale, la catena di alberghi è un esempio della stessa strategia, ma nel campo dell'immagine.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/05/04 a cura di Pambianconews