L'Opa di Pinault Printemps Redoute su Gucci è appena partita, ma l'esito sembra ormai scontato. Ieri Credit Agricole ha infatti annunciato che consegnerà l'8,5% del capitale della maison della doppia G a Ppr. Dunque le probabilità che il polo del lusso non venga ritirato dal mercato diminuiscono notevolmente. Secondo la legge olandese, per impedire lo squeeze out di Gucci è infatti necessario che almeno il 5,1% del capitale non accetti l'Opa.
Dopo che il secondo azionista del gruppo, ovvero l'Agricole, ha manifestato la volontà di aderire, Ppr aumenterà la sua partecipazione dall'attuale 67,59 al 76,1% della società e difficilmente incontrerà altri ostacoli che potranno impedire il perfezionamento del delisting del titolo dalla Borsa di Amsterdam. Del resto, neppure Domenico De Sole, ex numero uno del gruppo, ha dubbi sul fatto che gli 85,52 euro offerti da Ppr siano un prezzo generoso per Gucci; lo stesso manager aveva infatti perfezionato con Francois Pinault e Bernard Arnault di Lvmh i termini dell'operazione nel settembre 2001, ovvero prima del crollo delle Torri. Proprio in quell'occasione il Credit Lyonnais, oggi controllato dall'Agricole, aveva rilevato a fermo le azioni di Lvmh nella maison.
A distanza di tre anni e mezzo dall'accordo che ha sancito l'uscita definitiva di Arnault dalla griffe italiana, Gucci continua a registrare performance migliori rispetto alle concorrenti, ma in valore assoluto i risultati di oggi sono inferiori rispetto a quelli di allora. Ed è per questo che De Sole ha consigliato agli azionisti di aderire all'Opa promossa da Ppr.
Estratto da Finanza&Mercati del 6/04/04 a cura di Pambianconews