La ripresa? «è già partita. Vedo riaccelerare l'America, l'Europa, il Regno Unito, la Francia e anche il mercato italiano. Già questo Natale sarà ottimo: di sicuro negli Stati Uniti e in quell'Asia che è il traino mondiale. Perciò apriremo il mese prossimo otto negozi tra Shanghai e Pechino». Thierry Nataf, da poco più di un anno è il presidente di Zenith International, la manifattura di alta orologeria svizzera fondata nel 1865 e controllata dal '99 dal gruppo Lvmh. Nato nel Nordafrica, nonna paterna italiana, nonna materna americana, ha un compito: risvegliare il marchio Zenith, «la bella Addormentata», dice.
«In ottobre inaugureremo gli otto punti vendita cinesi, dice. Saranno corner in shopping center da 250-450 metri quadrati. Abbiamo già un ufficio a Shanghai e sette persone a Hong Kong, ora faremo il lancio ufficiale. La Cina è un mercato molto importante per gli orologi, c'è una storica cultura del tempo e si trovano ottimi artigiani, che in Svizzera ormai si fatica a scovare. In più crescono i ricchi: cinesi che hanno vissuto in America e in Europa, hanno frequentato Harvard e la Bocconi. E stanno rientrando». L'obiettivo è portare, «in tre-quattro anni», dal 30% al 40% l'incidenza dell'area Asia-Pacifico sul fatturato dell'azienda: che risulta ora ripartito in tre parti uguali fra Usa, Europa e Asia e non viene precisato nei dettagli, com'è consuetudine del gruppo guidato da Bernard Arnault per le controllate. Ma Nataf assicura sarà a fine anno «un bel giro d'affari con utile a doppia cifra».
«C'è un lusso che fugge la crisi, dice. è il lusso discreto ma con personalità, stile. Negli orologi poi si bada sempre più all'investimento. Dopo i crolli dei mercati, ormai si acquista in alternativa alle azioni». Però la Borsa resta fondamentale per le imprese del lusso: «è ancora lo strumento migliore di approvvigionamento di capitale, spiega Nataf. è indispensabile. Sono sicuro che i mercati ripartiranno a breve».
Estratto da CorrierEconomia del 29/09/03 a cura di Pambianconews