Per Bulgari è stata la semestrale della riscossa «siamo rimasti impressionati», recita il report di Morgan Stanley, «dai risultati di Bulgari nella prima parte dell'anno» contrassegnata da una modesta riduzione del fatturato (-2,4 per cento a 330,1 milioni) e da una buona crescita degli utili netti (+10,9 per cento) a 25 milioni. Tuttavia l'azienda romana rappresenta la punta dell'iceberg di un fenomeno più complessivo: la rivincita del made in Italy, nonostante la crisi di mercato e l'indebolimento del dollaro. Certo, non sempre questa «riscossa» si traduce in un miglioramento dei conti.
Tod's ad esempio, registra un calo dei profitti del 14,9 per cento mentre Luxottica subisce una flessione degli utili del 37 per cento. In entrambi i casi, però, siamo di fronte a una riorganizzazione per rilanciare l'attività aziendale.
Emblematico il caso di Benetton. I conti del primo semestre, infatti, chiudono con 50 milioni di profitti netti contro i 60 milioni dello stesso periodo del 2002. Ma l'utile consolidato normalizzato (depurato quindi dagli effetti degli oneri straordinari per sanatoria fiscale e adeguamenti sarebbe di 73 milioni. Insomma la società è in ripresa e soprattutto comincia a godere degli effetti benefici della vendita dei marchi dello sport (Nordica, Rollerblade, Prince) vere e proprie palle al piede del gruppo di Ponzano. Mentre la crescita, seppur modesta delle vendite dell'abbigliamento (+2 per cento) mostra che il mercato continua a apprezzare il prodotto.
Tod's, come le altre imprese quotate del lusso e dell'abbigliamento, ha risentito dell'indebolimento del dollaro. A cambi costanti, dicono i manager di Della Valle, l'Ebitda della società (33,6 milioni di euro) sarebbe stato più alto di 4 milioni. Per alcune società come Luxottica il danno è stato enorme: il calo del fatturato (meno 19,8 per cento) è stato dovuto per 14-15 punti proprio all'andamento del biglietto verde.
Un caso a parte è quello di Mariella Burani. La fortissima espansione registrata fra gennaio e giugno (più 31,5 per cento) per raggiungere i 171,3 milioni di ricavi è infatti imputabile solo in minima parte alla crescita interna. L'intenso shopping ha portato infatti ad
aumentare molto il perimetro di attività.
Estratto da Affari & Finanza del 15/09/03 a cura di Pambianconews