La rivoluzione di settembre, che tutti gli anni a Milano cambia la geografia del quadrilatero della moda, parla inglese. Invia Verri il 17 settembre aprirà Burberry, il 10 in Corso Matteotti Brooks Brothers (inaugurazione ufficiosa perché quella ufficiale, alla presenza del presidente Claudio Del Vecchio, è fissata per l'uno ottobre). A giorni in via San Pietro all'Orto 17, spalanca i battenti Jimmy Choo, radici orientali ma londinese d'adozione, acclamatissimo disegnatore di scarpe supersexy. E per quelli che si chiedevano sospettosi chi mai avesse acquistato il negozio dello storico gioielliere Buccellati, in via Montenapoleone 4, ecco la risposta: Ralph Lauren, che intende aprire la sua prima boutique monomarca in Italia.
Perché questa concentrazione di grandi nomi? Risponde in un certo senso per tutti Rose Marie Bravo, l'amministratore delegato di Burberry che ha guidato l'entrata in Borsa dell'azienda con buoni risultati anche se in un periodo di crisi internazionale. «L'Italia è un mercato importantissimo per Burberry e Milano è la capitale della moda. Per di più questa posizione strategica nella zona commerciale più esclusiva offre l'opportunità di rivolgersi sia ai clienti cittadini sia ai numerosi turisti».
E' ottimista sul futuro del nuovo Brooks Brothers il presidente Claudio Del Vecchio, figlio del patron di Luxottica, che nel 2001 rilevò il marchio e la catena di 242 negozi da Marks & Spencer per 225 milioni di dollari. In occasione dell'apertura della boutique di Milano, il primo monomarca in Europa, Del Vecchio spiega che la strategia è completamente mutata. «In Europa Brooks Brothers è stata presentata finora come un'azienda di camicie. Che però su un fatturato di oltre 600 milioni di dollari incidono meno del 30%. Un equilibrio che vogliamo raggiungere anche in Europa».
Estratto da CorrierEconomia del 8/09/03 a cura di Pambianconews