Un pomeriggio milanese, nel quartier generale dei Versace, in via Gesù. La Maison compie 25 anni e, come una ragazza responsabile, sente la necessità di guardarsi indietro e fare bilanci. Donatella è a capo della direzione creativa dal 1997, anno della scomparsa del fratello Gianni, mentre Santo è l'amministratore delegato e il presidente del gruppo. Oltre alla Versace, oggi la griffe conta linee tra le quali Versus, la Versace jeans Couture, l'Atelier Versace. E ancora occhiali, profumi, cosmetica e mobili per la casa.
In 25 anni, com'è cambiata l'azienda? Quali sono stati i punti di forza, ma anche gli errori che pensate di aver commesso?
Donatella: «Siamo riusciti a far diventare la Versace spa un'azienda riconosciuta a livello mondiale. E questo è tutto merito di Gianni, perché ha segnato la storia della moda. Abbiamo vissuto momenti difficili, anche per le scelte che abbiamo fatto: tutti quelli che hanno successo si attirano critiche, è inevitabile. Se fai cose molto #'established'' e #'noiose'', non rischi e non ti attiri commenti sgradevoli. Ma non sei nessuno».
Quali sono per voi i nuovi mercati da conquistare? Che contraccolpi ha avuto la Sars su quello cinese?
Santo: «Per colpa della Sars tutto l'Estremo Oriente è inchiodato, la Cina, ma anche la Thailandia e Singapore. Avevamo fatto investimenti e programmi perché quella zona veniva considerata come la regione più dinamica, quella con il mercato più brillante. Di colpo si è fermato tutto. Noi andiamo avanti lo stesso, manteniamo gli investimenti perché prima o poi ripartiranno. I mercati asiatici vanno sostenuti con intelligenza. Peccato, il 2003 si stava impostando bene, ora bisogna vedere quanto durerà la crisi».
Si parla molto in Borsa di una possibile vendita di Versace al Gucci Group guidato da Domenico De Sole. Sono solo indiscrezioni?
Santo: «Rispondo molto volentieri. Non vendiamo niente, noi siamo tranquilli e compatti. Quell'operazione è accantonata completamente. Ci stiamo concentrando piuttosto sulla vendita dei prodotti Versace: vestiti, cosmetica, accessori. In passato, soprattutto dopo la morte di Gianni, abbiamo commesso l'errore di delegare troppo. Ora vogliamo tornare a lavorare come facevamo agli inizi».
Estratto da L'Espresso del 27/06/03 a cura di Pambianconews