Un accordo politico bipartisan per sostenere il sistema moda e tessile-abbigliamento: è il risultato dell'Assemblea annuale di Sistema Moda Italia, che si è svolta stamattina a Milano.
Il Presidente dell'associazione di rappresentanza degli industriali del settore, Vittorio Giulini, ha chiesto al mondo politico di predisporre misure straordinarie per valorizzare il settore, punta di diamante dell'export italiano. Ha anche sollecitato l'approvazione, in sede comunitaria, di un marchio Made in Ue obbligatorio che identifichi l'origine del tessuto e della confezione, in modo da consentire la tracciabilità di filiera. Il modello: il Made in Usa che esiste da tempo. A questo si può affiancare un 'Made in Italy d'oro' e facoltativo, che gli imprenditori possono aggiungere a quello europeo obbligatorio. 'Il punto di forza dei prodotti italiani è la qualità, ed è importante che i consumatori la possano identificare immediatamente' ha detto Giulini. Il Presidente di Smi ha anche chiesto un deciso impegno nella lotta alla contraffazione e alla concorrenza sleale e ha lanciato agli imprenditori l'appello a costituire nuove filiere.
Il viceministro alle Attività produttive, l'On. Adolfo Urso, ha accolto tutte le richieste. Ha manifestato il suo impegno a riunire entro un mese i principali attori della moda e delle istituzioni per studiare insieme un progetto di sostegno al settore: un progetto che non riguardi soltanto le competenze del Viceministro, ma tutte le tematiche connesse al settore. Si è dichiarato favorevole alla marchiatura di origine a tutela della libertà di scelta del consumatore e ha promesso un rinnovato vigore nella lotta alla contraffazione a livello internazionale di Wto, europeo e interno.
Gli assessori regionali alle Attività produttive di Lombardia (Massimo Zanello), Toscana (Ambrogio Brenna) e Piemonte (Gilberto Picchetti) hanno ribadito il loro impegno ad appoggiare i distretti industriali del loro territorio e ad avvalersi degli accresciuti poteri derivanti dalla devolution per sostenere le realtà produttive locali.
Per quanto riguarda i dati congiunturali del sistema moda italiano, dopo un 2002 negativo (-3,9% di fatturato annuo) e un 2003 iniziato male, tra guerra in Irak e Sars, si prevede che a fine anno il calo sarà contenuto allo 0,2%, con un calo delle esportazioni pari allo 0,5% e un aumento delle importazioni dell'1,3%. Un assestamento del valore della produzione intorno ai livelli 2002, insomma.