Una ricerca pubblicata da Pambianco Strategie di Impresa, che ha analizzato i bilanci 2002 di 20 gruppi del comparto, in grado di realizzare complessivamente un fatturato di 19,6 miliardi di euro, ha rivelato che i margini dell'industria della moda continuano a contrarsi da almeno tre anni. E in corso d'anno le perdite sono destinate a peggiorare. In particolare, l'utile netto delle aziende esaminate, espresso in percentuale sul fatturato, è passato dal 9,9% del 1999 all'8,5% del 2000, per poi scendere al 7% del 2001 e quindi al 6,3% dello scorso anno.
La flessione è imputabile, secondo i ricercatori di Pambianco, al calo delle vendite e dei prezzi di vendita, al maggiore peso degli ammortamenti e degli oneri finanziari sostenuti per le acquisizioni e alla svalutazione del dollaro e dello yen (rispettivamente -25% e -10% negli ultimi due anni). A questo proposito va notato che gli Usa rappresentano il 20% del fatturato della moda italiana e il Giappone copre l'8%.
Nelle prime tre posizioni della classifica stilata dagli esperti, Luxottica risulta al primo posto per un utile netto su fatturato dell'11,9% nel 2002 dal precedente 10,3%. Secondo posto per Tod's, che scende dall'11,6% al 10%. In salita Bulgari, che segna +9,8% dal precedente +8,9%. Seguono nell'ordine Armani, Gucci, Dolce & Gabbana, Max Mara, Miroglio, Benetton, Zegna, Marzotto, Aeffe, Burani, De Rigo, Prada, Replay, Marcolin e It Holding. I fanalini di coda, con una percentuale negativa, sono Versace (-1,2%) e Fin.part (-14,3%).
Considerando che i ricavi totali del 2002 hanno totalizzato 19,587 miliardi di euro, la crescita rispetto al 2001 è risultata dell'1,6% (+13,1% nel 2001 e +29,6% nel 2000). Nel valutare l'andamento del turnover 2002, inoltre, bisogna tenere conto del fatto per alcune società sono compresi i ricavi derivanti dal consolidamento delle aziende acquisite nel corso del 2001 e del 2002. La crescita di Dolce & Gabbana risulta quindi ancora più significativa, dal momento che i conti della maison sono scarsamente influenzati dal consolidamento delle acquisizioni, contrariamente a quanto è avvenuto per Burani e It Holding.
Estratto da Fashionmagazine.it del 25/06/03 a cura di Pambianconews