Dominerà la prudenza tra i buyer delle grandi aziende americane dell'abbigliamento che parteciperanno alla cinque giorni della moda maschile a Milano. Il settore negli Stati Uniti è infatti in forte difficoltà da ormai tre anni e non si intravedono segnali di miglioramento. E molti dei grandi magazzini hanno reagito alla crisi riducendo lo spazio espositivo dedicato agli uomini a favore di quello per i capi femminili. Milano può però far leva sulla forza di attrazione del made in Italy.
«Il settore uomo è in crisi, spiegano da Barney's, e serve qualcosa di straordinario per catturare l'interesse dei consumatori. Per smuoverli, bisogna offrire il capo unico, quello che non si può fare a meno di comprare». L'orientamento che prevale nell'attuale momento di austerity è per un abito classico, senza eccessive concessioni alla fantasia. «Le collezioni più tradizionali stanno andando bene, dicono da Bloomingdale's, e l'immagine Italia fa sempre presa sui clienti. I capi europei, però, sono diventati più cari con la svalutazione del dollaro. Il rapporto qualità-prezzo diventa così ancora più importante e le collezioni presentate dovranno essere straordinarie per affermarsi anche negli Usa».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/06/03 a cura di Pambianconews