Più di qualunque indagine, a raccontare come stanno andando le cose nel mondo della moda e del lusso, basta leggere i comunicati ufficiali con i conti delle trimestrali. Un quadro, raccontano gli esperti di Goldman Sachs che si riflette pesantemente anche sul giro d'affari legato allo shopping da viaggio. Le previsioni della banca d'investimento americana, stimano una discesa del 10 percento quest'anno. A cui si aggiunge un altro -6 nel 2004. «Gli acquisti effettuati in viaggio rappresentano circa il 33 per cento delle vendite complessive,raccontano, perciò riteniamo che gli utili dei grandi gruppi potrebbero addirittura ridursi del 23 per cento in questo esercizio».
«Negli ultimi anni, dice in proposito Franco Cologni, amministratore della Compagnie Financière Richemont e senior executive director di Richemont Sa, tutto il mondo del lusso ha avuto vita facile con il cliente straniero che entrava nei negozi e comprava senza esitazioni. Soprattutto per quanto riguarda il mercato italiano, non c'era bisogno di corteggiare i clienti: l'unica attività una era battere lo scontrino, richiudere la cassa e salutare». Ora che questo cliente è sempre più latitante, Cologni suggerisce: «Occorrerebbe a questo punto, recuperare il cliente nostrano che, per quanto meno cosmopolita, è diventato nel frattempo molto esigente, perché più attento, più raffinato e meglio informato. Per recuperarlo, conclude, è necessario elaborare un approccio più professionale. Un lavoro che richiede tempo, pazienza e amore».
Sul fronte dei gruppi made in Italy, la musica non cambia: il fatturato Marzotto («che punta a mantenere le posizioni e a migliorare il risultato operativo attraverso il piano di rilancio di Valentino e la dismissione di alcune attività non strategiche» fanno sapere a Valdagno), è salito del 3,5 per cento solo grazie al buon andamento del tessile. Mentre il comparto moda/abbigliamento, ha lasciato per strada il 5 per cento. Salgono invece gli utili (da 8,337 a 8,367 milioni di curo) in casa Tod's, ma i ricavi sono lievemente diminuiti (da 105,16 a 103,8 milioni di euro) sempre per i noti motivi.
In controtendenza Mariella Burani Fashion Group: +14 per cento il fatturato (a quota 89,5 milioni di euro); +15 il margine operativo lordo (10,8 milioni di euro) e +16 per cento il risultato operativo (7,3 milioni). Una crescita netta, dovuta a quello che alcuni analisti avevano giudicato una lacuna: il fatto di essere poco esposto sui mercati asiatici e negli Usa.
Estratto da Affari & Finanza del 26/05/03 a cura di Pambianconews