Nell'atelier di Bottega Veneta, a Vicenza, la tecnologia chiamiamola così, si limita alle macchine da cucire. Tutto il resto è affidato a una sapienza artigianale che due anni fa, quando cominciò la sua avventura come direttore creativo, ha impressionato perfino Tomas Maier, che pure nel suo cursus honorum vanta una lunga collaborazione con Hermés. «Non ho mai trovato, in nessun altro laboratorio una capacità manuale così spiccata», commenta questo stilista di origine tedesca ma con una lunga esperienza in Francia, che sta lavorando a un progetto davvero sorprendente: riportare al successo un marchio sofisticato di accessori puntando soltanto sulla più preziosa qualità.
«Ho sempre ritenuto Bottega Veneta un marchio bellissimo, con una storia importante che andava completamente recuperata commenta Domenico De Sole, amministratore delegato di Gucci Group. Ricordo ancora l'impressione che mi fece una vecchia pubblicità: When your own initials are enough, quando le tue iniziali sono abbastanza. Questa è l'anima più autentica alla quale abbiamo deciso di attenerci: eleganza, chic e qualità superiore, che diventano il marchio stesso della maison».
Anche se la società non fornisce alcun dato economico (gli addetti al settore stimavano in 250 milioni di dollari il fatturato al momento dell'acquisto al quale ha fatto seguito, però, una vigorosa operazione di pulizia sulle licenze), Domenico De Sole si dichiara più che soddisfatto dell'andamento delle vendite: nei negozi gestiti direttamente si sono registrati aumenti intorno al 90%.
Estratto da CorrierEconomia del 19/05/03 a cura di Pambianconews