Gelo sul settore calzature in questo inizio di 2003. Le scarpe made in Italy, hanno i loro estimatori, ma ciò non basta a sostenere l'andamento complessivo del settore, negativo lo scorso anno e senza grandi prospettive per il prossimo semestre.
«La situazione è difficile soprattutto sul fronte export osserva Antonio Brotini, presidente Anci, l'Associazione nazionale calzaturieri italiani, perché i mercati emergenti come, quello russo, non sono in grado di compensare le quote perse altrove. Purtroppo non vedo schiarite all'orizzonte sino a fine anno».
Le vendite in Germania e Stati Uniti, che assorbono circa un terzo delle esportazioni nazionali, sono calate rispettivamente del 18,8% e del 16,2% nei primi nove mesi del 2002. L'ultima indagine congiunturale dell'Anci evidenzia inoltre che, tra gennaio e settembre, le imprese calzaturiere hanno registrato un arretramento medio della produzione del 4,2 per cento. Il 64% delle aziende ha lamentato una riduzione dei volumi rispetto ad analogo periodo 2001 (peraltro non positivo) e solo il 21% ha evidenziato una crescita.
Brotini parla a Bologna in occasione di Fashion Shoe and Leather Goods, l'anteprima delle collezioni che si conclude oggi presso il quartiere fieristico del capoluogo emiliano. «I consumi si sono ridotti e spostati su altre categorie di beni, conclude Brotini, ma quando si avvierà una ripresa generale anche il settore delle calzature tornerà a correre».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/01/03 a cura di Pambianconews