#'Non è poi detto che io debba vendere Diners Europa e tutu i costi. Se mi danno il prezzo che soddisfa le mie aspettative allora vendo, in caso contrario me la tengo in attesa di tempi migliori».
Con questa affermazione Tonino Perna, patron del gruppo industriale It Holding intende smentire le voci che lo vedono in difficoltà finanziarie per cui sarebbe costretto a vendere il sistema di carte di credito Diners Club International da lui acquistato anni addietro da investitori italiani e da Citigroup. Si trattava di una diversificazione rispetto alle attività, che hanno fatto le fortune dell'imprenditore molisano.
Ma ora i tempi sono cambiati, IT è cresciuta, ha acquistato Ferrè per 161,7 milioni di euro, si trova di fronte a debiti per oltre 250 milioni e deve investire massicciamente sia per potenziare la griffe, che conta pochi punti di vendita nel mondo, sia per resistere alla concorrenza sempre più dura.
Vendendo Diners, che si trova nella holding lussemburghese PA Investments, Perna incasserebbe i fondi necessari per azzerare i debiti di quest'ultima, che l'imprenditore quantifica in 50-60 milioni di euro, e poi per finanziare IT, anch'essa controllata da PA. Ma quanto può valere Diners? Perna non si sbilancia non rivela quanto è stata pagata e dice soltanto che qualche tempo fa, prima che le Borse si afflosciassero, la società veniva valutata 750 milioni di euro, in funzione del giro d'affari di 8-9 miliardi di euro all'anno. Tra i possibili candidati per Diners viene citata sempre più frequentemente la Popolare di Lodi, attraverso Efibanca, che da qualche tempo sembra avere assunto il ruolo di angelo custode delle fortune di Perna.