Osannato come il cavaliere dalla scintillante armatura dagli stilisti che ha sponsorizzato e finanziato, adesso sta per lanciare la sua propria linea. Un insolito ritratto di Franco Penè.
Antonio Berardi scaricato tre mesi prima della sfilata a Milano dal suo licenziatario Ittierre (per il quale aveva disegnato la linea Extè, nonchè la sua etichetta, per due anni), si era detto: ‘E’ tutto finito’. Sei mesi dopo, Berardi era un altro uomo e aveva una persona sola da ringraziare per l’inaspettato cambio della sua vita: Franco Penè, amministratore delegato di Gibo, industria italiana che sta velocemente diventando una versione ‘underground’ del Gruppo Gucci.
Hussein Chalayan racconta una storia simile. E sostiene: ‘Gibo è specializzato nel prendersi cura degli stilisti creativi e sperimentali e nel volgere le loro idee in successi commerciali’. Per lui Penè è come una figura paterna. Anche per Joseph Ettedgui e Alexander McQueen Penè incarna il cavaliere bianco della moda. Date le difficoltà di produrre in Uk e restare competitivi in termini di prezzo, spesso il mercato italiano è visto come naturale sbocco per licenze. Il successo oggi nel mondo della moda è quindi trovare una licenziatario come Berardi ha fatto con Gibo.
I nuovi stilisti londinesi non possono finanziare la loro produzione da soli a meno che non abbiano qualcuno alle spalle. Gli stilisti ricorrono dunque alle licenze per dare il loro nome a linee di abbigliamento, scarpe o occhiali e chi le produce provvede poi a fornire campioni, ordini per i negozi, spedizioni e a pagare tutti i conti. In cambio gli stilisti guadagnano royalties, di norma tra il 10-15 per cento delle vendite, ed un ulteriore 5 per cento del fatturato investito in pubblicità e promozione. Più il designer vende e più denaro ha a disposizione per espandersi e promuovere le proprie linee.
Gibo ha iniziato negli anni ’60 e ha subito una ristrutturazione nel 1994 con l’avvento di Penè. L’azionista di maggioranza è la compagnia giapponese Onward Kashiyama, una delle più grandi aziende manifatturiere al mondo con 2 miliardi di euro di fatturato consolidato (più grande di Benetton). L’azienda ha lanciato e supportato alcuni dei creativi più famosi della moda. E’ stata la prima a produrre per Armani, Montana, Sybilla (stilista spagnola) e Jean Paul Gaultier. Oggi Gibo produce per Michael Kors, Marc Jacob’s uomo, Paul Smith donna, Joseph uomo e Jean Colonna. E ha da poco lanciato una linea a suo nome, disegnata da un’altra talentuosa 33enne stilista inglese Julie Verhoeven.