«Se non cambiano le regole del gioco, siamo destinati al declino». I distretti tessili italiani, colpiti da una crisi feroce che ha ridotto fatturati e quote di mercato, partono all'attacco e, per una volta alleati, danno il via a una difficile battaglia in difesa di un settore «strategico per l'Europa» . La volontà di combattere è idealmente sancita dal ring allestito nei padiglioni di Prato Expo, la fiera dei tessuti organizzata dal consorzio Pratotrade che si è aperta ieri alla Fortezza da Basso di Firenze con un record di espositori (154), e riassunta nel ‘manifesto’ indirizzato al Governo per chiedere interventi e sostegno in sede europea.
Nel documento, redatto con la regia di Sistema Moda Italia, i distretti di Biella, Como, Carpi, Modena, Vicenza e Prato mettono in fila le priorità indispensabili per non soccombere di fronte ai sempre più agguerriti competitori internazionali. Nell'elenco trovano spazio tutti i temi da tempo all'attenzione del settore, primi fra tutti la reciprocità dei dazi e la necessità di fissare regole uguali per tutti i Paesi produttori (soprattutto per quelli in via di sviluppo) in materia di sicurezza, lavoro e ambiente, contrastando così il dumping sociale e ecologico. In testa alle richieste degli imprenditori c'è anche la lotta alle importazioni illegali e alla contraffazione, e la garanzia di rintracciabilità dei prodotti tessili.