Ricavi in crescita di almeno il 5% a circa 140 milioni di euro nel 2002 e ritorno al break even confermato nel 2004 per la maison Valentino, da poco sotto il controllo di Marzotto. Ieri, alla vigilia dell'avvio delle passerelle di Milano moda uomo, i vertici del gruppo di Valdagno hanno presentato le linee strategiche: l'amministratore delegato, Antonio Favrin, ha ribadito che «il piano finanziario, pronto a settembre, passerà per la dismissione di cespiti non strategici le cui plusvalenze permetteranno di non toccare il risultato d'esercizio, mentre le risorse finanziarie consentiranno di completare l'operazione senza toccare i dividendi del gruppo o chiedere al mercato aumenti di capitali. L'investimento previsto è in linea con quanto sborsato per l'acquisizione».
Secondo Michele Norsa, a.d. Valentino, «i ricavi della Valentino nei primi cinque mesi dell'anno nei negozi di proprietà indicano un incremento del 23%. Un dato che ci conforta per uno sviluppo basato sul mantenimento del posizionamento della griffe nel lusso, sull'impegno ad accelerare in comunicazione e marketing, su accordi distributivi maggioritari in Asia, sullo sviluppo dei retail, con investimenti di qualche decina di milioni di euro entro il 2003, sullo sviluppo degli accessori a su licenze di standard adeguato al marchio romano».
A questo proposito, è stata firmata un'intesa con Albisetti di Corno per l'intimo e il beachwear (che in tre anni vale oltre 40 milioni di euro), mentre è stato risolto il contratto con Hemmond per i jeans. Secondo indiscrezioni, proprio per i jeans si profila una clamorosa licenza con la Diesel di Renzo Rosso, ormai colosso da 565 milioni di euro di ricavi consolidati.
Infine, nessun timore dalla controllata Hugo Boss, che ha lanciato un profit warning legato all'inventario negli Usa e alle difficoltà di Boss Woman.