Con la chiusura della Tepa, ultima fabbrica del gruppo ex Gepi del polo tessile di San Gregorio, a Reggio Calabria svanisce infatti l'ultimo sogno di un'industrializzazione nel ramo tessile, che non solo non ha portato sviluppo, ma ha creato malessere e disillusioni. Ora la Tepa ha chiuso i battenti licenziando i 32 dipendenti, dopo che lo stesso avevano fatto la Selene e la Teca, che occupavano rispettivamente 75 e 28 persone.
Nate sotto l'ombrello pubblico della Gepi, le tre fabbriche erano passate ad imprenditori privati ma non hanno mai trovato vita facile. La decisione assunta dall'azienda Tepa (i titolari risiedono a Bologna e la lettera è datata 28 dicembre) è stata resa nota ieri dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e dalla Rsu aziendale. I rappresentanti di Filtea, Femca e Uilta annunciano iniziative di protesta e sollecitano il sostegno di cittadinanza e forze politiche.
In particolare, i sindacati chiedono che «sulle sorti del polo tessile di San Gregorio si faccia chiarezza e siano date risposte risolutive». In un comunicato si lamenta inoltre il fatto che l'azienda «ha goduto dei finanziamenti pubblici per rilanciare la produzione».
sintesi dell'articolo di Filippo Veltri a cura di Pambianconews