Dopo le indiscrezioni che danno per giugno il collocamento di Prada, sul “momento giusto” per l'IPO Prada gli analisti sembrano propensi alla cautela. A cominciare da Claire Kent di Morgan Stanley, una delle guru del settore moda, che ricorda “non è un bel momento per andare in borsa. Il settore soffre palesemente ed arretra dallo scorso settembre”.
Aspettare dopo l'estate potrebbe non essere male: “la percezione dell'Ipo, e il suo successo, dipenderà interamente
dal prezzo e dalla misura in cui il management riuscirà a
convincere gli investitori della bontà delle loro strategie”,
aggiunge la Kent.
Anche se la Kent sottolinea come “vendere” la prospettiva di
crescita potrebbe essere difficile in questo momento, per
Alessandra Coppola di Standard & Poor's, conta che “come tutte le case di moda, puntano a diversificare i loro prodotti e ad avere una rete di vendita più capillare. E fanno bene perchè è un modo efficace per diversificare anche il rischio”.
Le fonti industtriali che hanno confermato finora l'intenzione di andare in borsa entro giugno sono piu' caute sul valore dell'Ipo. “Non ci sono ragioni per rivedere la cifra indicativa data a gennaio dall'azienda”. Si tratta dei 3.750 miliardi di cui aveva parlato l'ad della società, Patrizio Bertelli, parlando di flottante al 25-30%. Si tratterebbe del maggior collocamento di un'azienda di famiglia a Piazza Affari.
Uno dei ragionamenti avanzati a sostegno della quotazione
estiva e' anche che “rimandare troppo porterebbe a problemi
d'immagine. La quotazione doveva già avvenire in primavera”,
dicono per esempio le fonti industriali.
Gli analisti sottolineano pero' che non azzeccare il momento
giusto potrebbe obbligare la società ad accettare un prezzo
troppo basso e per questo ritengono probabile che Bertelli
rimandi l'operazione all'autunno. L'azienda non commenta.
Il collocamento sarà curato da Credit Suisse First Boston
(che nel 95 ha seguito l'Ipo Gucci con Morgan Stanley) e Comit (che ha portato in borsa Mariella Burani e Bulgari): se non ci saranno rinvii la domanda di ammissione potrebbe essere questione di giorni, dicono le fonti.
Prada ha effettuato una politica di acquisizioni molto aggressiva negli ultimi tempi. Nel 98 e 99 ha comprato Jil
Sander, Helmut Lang, Church's e Fendi (in joint venture con
Lvmh); nel marzo di quest'anno e' arrivato il 70% di antacroce.
Sono ovviamente saliti anche i debiti (le valutazioni divergono
tra poco piu' di 1.000 e 1.750 miliardi di lire, dato di gennaio), che i proventi da Ipo dovrebbero servire a ripianare.
I ricavi del consuntivo 2000 sono attesi oltre 3.000 miliardi contro circa 2.000 del 99. Il margine operativo lordo dovrebbe essere di circa 600 miliardi. I dati ufficiali verranno presentati a maggio.