Gap potrebbe affidarsi ad Amazon, e in generale all’e-commerce su siti terzi, per risollevare i propri conti. A dirlo è stato lo stesso CEO del marchio statunitense, Art Peck. “Non considerare Amazon e altri e-tailer sarebbe delirante”, ha detto il numero uno all’assemblea degli azionisti. A riportarlo è stato Bloomberg, ripreso poi da una serie di grandi testate internazionali. “Stiamo considerando altre opportunità oltre al nostro tradizionale mix di canali e store. Amazon è una di queste, e così sono anche altri player del suo genere”.
In realtà, consultando il sito di Amazon, è già possibile trovare un ampio ventaglio di prodotti firmati Gap, messi in commercio da rivenditori terzi. Nell’eventualità ipotizzata da Peck, dunque, si potrebbe invece pensare a un deal ufficiale tra le due parti.
La mossa potrebbe essere interpretata come un tentativo di risollevare i conti del marchio, che di recente ha vissuto un continuo calo delle vendite. Nel primo trimestre dell’anno il gruppo che controlla il marchio omonimo, Banana Republic e Old Navy ha registrato ricavi in calo da 3,66 a 3,44 miliardi di dollari, risultato peggiore rispetto ai 3,54 miliardi del consensus di Thomson Reuters. Il marchio Gap, in particolare, da due anni non registra alcun incremento nelle vendite a parità di perimetro.
Al contrario, il turnover degli e-commerce è in continua crescita. Tanto che di recente, un report di Morgan Stanley ha evidenziato come Amazon potrebbe arrivare a incidere per il 19% sulle vendite totali di abbigliamento negli Stati Uniti, diventando così il secondo retailer statunitense per il fashion dopo Walmart.