Londra perde terreno nel retail europeo del lusso, penalizzata dall’addio allo shopping tax free. A lanciare l’allarme, dalle pagine di The Telegraph, è il managing director di Harrods, Michael Ward, secondo il quale i big spender internazionali preferiscono ora fare acquisti a Parigi e Milano, dove possono richiedere il rimborso dell’Iva. La Brexit avrebbe inoltre reso più complesso per Harrods l’approvvigionamento di alcuni prodotti di alta gamma.
Londra ha scelto di rinunciare al tax free nel 2020, quando il governo di Boris Johnson aveva parlato di “un’agevolazione trasmessa solo ai passeggeri e che, in alcuni casi, è uno sgravio non coerente con i princìpi fiscali internazionali”, decidendo di porre fine alle vendite esentasse all’interno di aeroporti, porti e stazioni Eurostar dall’inizio del 2021.
Tra le strategie del numero uno di Harrods, c’è ora quella di differenziare l’offerta del department store da quella dei competitor di altre capitali europee, puntando su alcune esclusive. Ward ha inoltre esortato il governo inglese a lavorare per attirare i turisti a Londra.
Nei 12 mesi chiusi a gennaio 2022 (ultimo dato disponibile, ndr), il valore lordo di mercato dell’attività dell’insegna di Brompton road è aumentato del 42,6%, a 1,565 miliardi di sterline (1,78 miliardi di euro) e il suo fatturato totale è salito del 35,5% a 581,9 milioni di sterline. Nell’anno in corso, spiega la stampa britannica, le vendite dovrebbero evidenziare un recupero dei livelli pre-Covid. Harrods ha realizzato profitti ante imposte di 51 milioni di sterline lo scorso anno, contro una perdita di 68,3 milioni dell’esercizio precedente.