“Entro l'anno torneremo in Borsa, mercati e authority permettendo. E con la quotazione si chiuderà un periodo difficile, durante il quale ho dovuto rilevare le azioni dei miei fratelli con un fortissimo impegno finanziario che ancora oggi scontiamo. Sono stati anni nei quali ho dovuto occuparmi di finanza e di carte bollate, adesso finalmente torno alle mie passioni. Il prodotto e il mercato”.
Per Vittorio Tabacchi, 66 anni, presidente del gruppo Safilo, leader mondiale nella produzione di occhiali di lusso, si avvicina il giorno del «grande ritorno». La società è in ottima salute e veleggia verso il miliardo di euro di fatturato, per l'80% frutto di esportazioni in tutto il mondo: con la quotazione sarà definitivamente chiusa la partita di uno scontro tra fratelli che, secondo la tradizione di molte industrie del Nord-Est, rischiava di frantumare azienda a famiglia.
Parliamo del futuro: in quali mercati pensa di crescere?
Le prospettive più interessanti le vedo nei mercati asiatici: possono arrivare a rappresentare una quota vicina al 20% del nostro fatturato. Le aspettative sono molto buone. I cinesi rappresentano un'opportunità in una doppia direzione: per i prodotti e per le vendite.
Questo significa forse che Safilo produce in Cina?
Le linee basse dei nostri occhiali, quelli che si vendono al pubblico in America tra i 30 e i 50 dollari, le acquisto direttamente in Cina, da piccoli fabbricanti locali. Da molto tempo non conviene più produrle in Italia. Ma la Safilo è un'azienda made in Italy e così resterà.
Passiamo, invece, al futuro dei cinesi come potenziali consumatori.
Dilagano. E posso dimostrarlo con un semplice dato: le nostre vendite a Hong Kong crescono a un ritmo medio del 30°/, l'anno. Sa che cosa significa? Sono cinesi che arrivano dalle zone industriali del Paese, dove il benessere si sta diffondendo, e vengono a Hong Kong a fare spese di ogni genere. Scoprono il lusso, e noi siamo in prima fila con i nostri prodotti che, rispetto ad altri accessori, come borse e scarpe, sono in vendita a prezzi più abbordabili.
Estratto da Economy del 30/09/05 a cura di Pambianconews