Vf Corporation chiude il terzo trimestre con ricavi in crescita del 22% a 3,6 miliardi di dollari (3,2 miliardi di euro). Escludendo l’impatto delle acquisizioni, l’aumento si attesta al +15%, trainato da Emea e Nord America, aree che nell’esercizio precedente erano state fortemente impattate dal Covid. Bene anche i nove mesi con un fatturato in progresso da 6,6 a 9 miliardi di dollari. Il trend, tuttavia, non ha premiato il titolo in Borsa che ha perso venerdì oltre il 6 per cento nonostante l’apporto previsto da Supreme, il marchio acquistato a fine 2020 e che dovrebbe ad un “contributo” nel giro d’affari di 600 milioni di dollari per l’intero esercizio fiscale 2022. Lo scivolone è però legato all’outlook per l’intero anno. A causa del rallentamento dei suoi marchi di abbigliamento sportivo e delle vendite internazionali, il gruppo ha limato le stime di crescita passando dai 12 miliardi dollari annunciati quest’estate agli attuali 11,85 miliardi per l’anno fiscale che si concluderà ad aprile.
Il deficit sembra essere in parte dovuto alla divisione Active di VF, insieme al rallentamento delle entrate internazionali, del direct-to-consumer e del business digitale. Come ricorda l’agenzia Bloomberg, a ottobre, VF aveva affermato il calo delle vendite in Cina per il rallentamento del traffico digitale per i marchi “non domestici”. Ora, la società ha abbassato le sue prospettive di crescita dei ricavi in tutte le regioni al di fuori degli Stati Uniti, con i tagli maggiori in Asia-Pacifico. A questo si aggiunge il problema dei ritardi nelle consegne e alla carenza di lavoratori nelle sue fabbriche in Vietnam a causa della pandemia. Secondo quanto riportato da Reuters, nel corso della call con gli analisti, VF Corp ha affermato che anche la variante Omicron del coronavirus a rapida diffusione ha avuto un impatto sulle sue vendite in tutto il mondo. Tuttavia, nonostante la carenza di manodopera e materie prime, VF ha affermato di aspettarsi che la produzione torni quasi alla piena capacità nelle prossime settimane.
Tornando ai dati diffusi venerdì, nel terzo trimestre il segmento active è progredito del 25%, inclusi un +8% di uno dei brand di punta, Vans, mentre nell’Outdoor (+23%) con un picco del +28% messo a segno da The North Face. Cresce del 6% la performance del settore Work, che include il +4% del brand Dickies.
A livello internazionale la crescita è del +19% con un andamento in duplice tendenza: l’Europa avanza del +26%, mentre nella Greater China si è verificato un rallentamento del 6 per cento. Crescono le vendite direct-to-consumer (+30%) e come l’e-commerce (+21% o +61%, escludendo le acquisizioni).
L’utile per azione rettificato è aumentato del 45% (+44% in dollari costanti) a 1,35 dollari, incluso un contributo di 0,11 dollari per azione dalle acquisizioni.