Sembra una Birkin, ma non lo è. Ed è proprio questo che è piaciuto subito al mercato nel 2011, quando si è lasciato incuriosire da V°73, il marchio di borse in canvas con la stampa trompe-l’œil che ripropone proprio il modello di Hermès che tutte le donne vorrebbero avere nel proprio armadio. Il disegno, però, non è proprio identico, altrimenti l’ideatrice, Elisabetta Armellin, si sarebbe presa una querela da record.
Il nome è composto dall’iniziale di Venezia, dove è nata l’idea, e dal numero 73, l’anno di nascita della creativa. “Non ho ricevuto critiche rispetto all’ispirazione – racconta la designer veneta a PambiancoNews – anzi, la cosa è stata subito considerata molto originale. Quello che tutti pensavano, però, è che sarebbe stata una moda passeggera”. In effetti, a fine settembre 2011 la Armellin ha fatto un piccolo ‘boom’, con 25mila ordini in tutta Italia e uno spazio, già a dicembre, da Excelsior.
Poi, contro ogni aspettativa, il fenomeno è continuato, anche grazie all’eco internazionale che ha avuto nel multimarca di lusso, fino a fruttare 4 milioni di euro di fatturato nel 2013 (i prezzi vanno da 190 a 350 euro) con circa 60mila pezzi venduti nel mondo e una presenza in 200 punti vendita in Italia, altrettanti in Europa e 100 tra Middle East, Russia e Far East. Infine, è arrivato il primo monomarca a Miami, inaugurato lo scorso ottobre, una tappa che “rappresenta il primo passo per l’espansione negli Usa – spiega Armellin – un mercato sul quale punteremo molto d’ora in avanti”. Oggi, l’azienda, con sede a Treviso e produzione in parte in Italia e in parte nel Far East, fattura circa il 70% in Italia e il 30% all’estero, ma “l’intenzione è quella di arrivare al pareggio, soprattutto con la spinta in America, grazie alla quale puntiamo a fare il +20% nel 2014 – spiega la creativa – e con quella nel mercato dell’est, dove dovremmo arrivare a Dubai, con un corner a Galeries Lafayette, e dove sono in corso una serie di trattative con un gruppo di Shanghai”.
Ora, la designer progetta un monomarca a Venezia, la città dove si è formata e da cui è partita per iniziare a lavorare insieme con aziende come Stefanel e Benetton (per 12 anni), e da dove ha lanciato il suo studio di consulenza di stile e poi le sue borse che ingannano l’occhio. Nei programmi, inoltre, ci sono i modelli in pelle, che dalla P/E 2015 si affiancheranno a quelli in canvas, cavallino e velluto, oltre che la piccola pelletteria e i foulard.