Il messaggio di Uniqlo alla presentazione del suo ultimo progetto, Lifewear, è stato chiaro: andare oltre le regole del fast fashion e focalizzarsi sul basicwear dall’alto contenuto tecnico. La riorganizzazione del brand ammiraglio del gruppo nipponico Fast Retailing, che nel primo semestre del 2013 ha realizzato un fatturato di 614,8 miliardi di yen (pari a circa 4,8 miliardi di euro) in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha presentato la nuova label quasi a volersi smarcare ulteriormente dagli altri competitor.
Il motto della nuova label, supervisionata dal fashion director del marchio Nicola Formichetti (che mantiene la carica nonostante sia appena stato nominato direttore creativo di Diesel), è “Un abito fatto per la vita”: una linea che punta sull’innovazione dal punto di vista dei materiali e dei loro trattamenti. La collezione sarà composta da 9 capsule, ognuna focalizzata su un particolare tessuto, come il cashmere o la seta, o su uno specifico capo di abbigliamento, per esempio il jeans, che ogni stagione sarà rivisitato grazie a nuove categorie di prodotto o upgrade dal punto di vista tecnico. L’obiettivo del gruppo è di trasformare la linea in una cult collection alla pari di quelle realizzate in tandem con griffe fashion, come in passato è successo con Jil Sander o Undercover.