È stato un anno grigio quello che si è lasciato alle spalle la conceria italiana. E il 2024 ormai avviato si prospetta altrettanto complesso, sebbene uno spiraglio di luce si intraveda per la sua seconda metà. A delineare il quadro a tinte fosche del settore è Fulvia Bacchi, amministratrice delegata di Lineapelle e direttrice generale di Unic – Concerie Italiane.
“Purtroppo il settore versa in condizioni molto difficili”, afferma Bacchi. “Per la noi la crisi è iniziata già alla fine del 2022. Ci aspettavamo che il 2023 avrebbe portato con sé un’inversione di tendenza, ma così non è stato, anzi la situazione è andata peggiorando”.
Se il 2023 è stato diffusamente definito un anno a due velocità, dalla prospettiva di Unic si è trattato complessivamente di un’annata piatta, seguita a un momento di euforia post-pandemica a cui è poi subentrato un indebolimento della domanda e dei consumi, oltre che una fisiologica fase di ‘smaltimento’ di quanto prodotto, talvolta in eccesso all’indomani del Covid, all’interno della filiera.
Per il 2023 l’associazione stima un calo del 10% in valore, flessione che arriva al 15% sul fronte dei volumi, dopo un 2022 che arrivava a valere 4,8 miliardi di euro. Una contrazione che, specifica Bacchi, starebbe interessando tutti gli aspetti dell’industria conciaria, dalla calzatura alla pelletteria. Sul versante dei mercati esteri, “resta importante l’Unione Europea, mentre in forte flessione Cina e Stati Uniti, per noi di riferimento”.
E riguardo al 2024, anticipa: “La prospettiva di una ripresa nella seconda metà dell’anno è, allo stato attuale delle cose, in realtà più una speranza che una previsione, perché non ci sono ancora all’orizzonte segnali di un vero miglioramento”.
Spiega Bacchi: “Noi di Unic abbiamo un osservatorio abbastanza trasversale nella fascia medio-alta del comparto, spaziando da coloro che producono pelli per l’arredamento – e che avevano conosciuto un boom durante il Covid – alle aziende conciarie che lavorano per il fashion. Notiamo che ora anche i brand dell’alto di gamma mostrano segni di cedimento”. A pesare, spiega Bacchi, si aggiungono anche i provvedimenti di filiera presi a livello europeo che rischiano di diventare onerosi per le Pmi del comparto, già in difficoltà.
Sullo sfondo, la 103esima edizione di Lineapelle, in corso fino a domani 22 febbraio presso Fiera Milano Rho, “cruciale in un momento come questo per portare nuovi stimoli e occasioni di confronto”.