Una vera a propria comunità-gioiello. Valenza Po, la cittadina piemontese che nell'ottocento si affermò come principale centro dell'arte orafa italiana, mantiene salda la tradizione: dove vivono 20 mila abitanti, lavorano circa un migliaio di laboratori di gioielleria. Piccoli o grandi, attivi sul territorio nazionale o presenti solo sui mercati esteri, ma tutti invariabilmente alle prese con l'evoluzione del settore imposta da globalizzazione e contrazione dei consumi. Vale a dire, il passaggio dall'unbranded a un mercato espressione del made in Italy nel mondo.
«II settore è ancora costituito in maggioranza da prodotti anonimi», spiega Andrea Visconti, amministratore delegato delI'azienda Giorgio Visconti, «da gioielli privi di un marchio riconoscibile dagli acquirenti. Anche per questo gli effetti della crisi si stanno facendo sentire in modo rilevante nel comparto, caratterizzato da elevata frammentazione dei produttori. Le aziende italiane sono troppo piccole per affrontare le sfide dell'internazionalizzazione, perchè non in grado di predisporre politiche aggressive di brand e di advertising». Ma non tutto il male viene per nuocere se l'incalzare della concorrenza asiatica (soprattutto cinese e indiana) sta conducendo a una progressiva modernizzazione della produzione. Rileva il manager piemontese: «La reazione alla crisi sta finalmente portando a processi di concentrazione e di uscita delle realtà non più capaci di stare sul mercato. Non può che essere un bene per tutto il settore».
Recarlo è un'altra azienda di Valenza Po forte di un marchio riconosciuto in oltre 30 Paesi del mondo e di una rete commerciale di 1.700 punti vendita. «Alla prima linea di alta gioielleria, caratterizzata dalla presenza costante di diamanti di qualità superiore», sottolinea l'amministratrice Bruna Re, «abbiamo affiancato la collezione contemporanea di Emporio Recarlo, creata per un pubblico giovane che segue i trend stilistici e che si vuol concedere il lusso a prezzi accessibili».
Il fatturato, che nel 2004 si è attestato a 27 milioni di euro, si mantiene in crescita. Un risultato d'eccezione, considerando che per l'80% è stato realizzato sul mercato italiano e per il 20% dall'export. Ma l'imminente espansione verso nuove aree di distribuzione potrebbe presto far oscillare la bilancia commerciale: «Siamo presenti negli Usa, in Giappone, nel Bahrein, nel Sudest asiatico, ma il prossimo obiettivo è quello di diffondere il marchio Recarlo in Russia e nei Paesi dell'Est europeo, dove c'è voglia di lusso».
Estratto da Economy del 9/12/05 a cura di Pambianconews