Ieri nel corso dell'incontro tenutosi a Bruxelles in merito all'imposizione dei dazi progressivi antidumping sulle calzature provenienti da Cina e Vietnam è stato raggiunto un accordo. Verranno adottate le misure contro la concorrenza sleale asiatica.
A partire dal 7 aprile, dunque, entreranno in virgore dazi attorno al 4%, che saliranno poi progressivamente per arrivare, dopo cinque mesi, al 19,4% nel caso delle calzature da Pechino e al 16,8% di quelle da Hanoi. Confermata l'esclusione di due categorie: le scarpe da bambino (fino al 37 e mezzo) e le calzature sportive tecniche (Staf). All'inizio di ottobre si dovrà decidere se convertire i provvedimenti temporanei in misure definitive.
La proposta del commissario inglese Peter Mandelson non è stata sostenuta Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, che si sono astenute dichiarandosi insoddisfatte delle misure, ritenute non sufficientemente dure.
«Non vogliamo misure tecniche difensive di autoprotezionismo», ha affermato il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, intervenuto ieri in occasione della giornata inaugurale del Micam, «ma non si può neppure continuare con atteggiamenti di disparità per il settore calzaturiero italiano. E evidente che c'è del dumping nei nostri confronti da parte di alcuni Paesi come la Cina e ritengo che garanzie di pari opportunità debbano essere ricercate a livello comunitario».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/03706 a cura di Pambianconews