Si torna a parlare di tracciabilità tessile e, questa volta, il sostegno al progetto dell’etichettatura arriva dalla tecnologia. Il Ministero dello Sviluppo economico (Mise) ha lanciato un progetto Blockchain per la tracciabilità nel tessile per esplorare come questo genere di tecnologia possa coadiuvare il Made in Italy. Al progetto sta collaborando Smi-Sistema moda Italia, l’associazione in seno a Confindustria Moda che rappresenta la filiera del tessile-moda. Le intenzioni del Mise e degli attori coinvolti (tra cui Ibm, scelto come partner tecnologico), in base a quanto ricostruito oggi da Mf, sono quelle di arrivare a uno studio di fattibilità, focalizzato in primo luogo sulla filiera del tessile, che possa costituire un modello di base per tutti i settori del Made in Italy.
In pratica, il tessile-moda dovrebbe diventare il primo settore ad adottare la tecnologia blockchain per la creazione di un sistema di etichettatura, rigorosamente su base volontaria, che, secondo le intenzioni di Smi, consentirà al consumatore di conoscere (probabilmente attraverso il sistema Qr code) la provenienza di tutte le fasi produttive di un capo (filatura, tessitura, nobilitazione e confezione). Fino ad oggi, l’etichettatura presente sui capi (sempre volontaria) prevedeva l’indicazione di provenienza dell’ultima fase produttiva.
Alla prima fase di analisi è seguita una sessione di progettazione cooperativa alla quale stanno partecipando alcune importanti aziende e associazioni della filiera del tessile (tra cui Cotonificio Albini, Gruppo Colle, Linificio e Canapificio Nazionale, Tessitura Taiana Virgilio, Ostinelli Seta,Tessitura Serica A.M. Taborelli, Tintoria Finissaggio 2000, Comofil e Fratelli Piacenza), con lo scopo di condividere gli attuali processi produttivi e le relative problematiche e sta portando avanti una prima implementazione delle soluzioni individuate. A fine maggio è previsto lo sviluppo e il test della soluzione, mentre entro la fine di giugno verrà finalizzato il progetto con un final workshop.
Il progetto pilota sul tessile rappresenta il contributo italiano ad un’iniziativa appena lanciata da Unece (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite) in partenariato con l’Unione europea dal titolo Transparency and Traceability for Sustainable Textile and Leather Value Chains, finanziato dalla Commissione europea e volto a migliorare la tracciabilità nei settori del tessile e delle pelli sotto il profilo ambientale, sociale e della lotta alla contraffazione.