Si aprono ufficialmente oggi i Giochi Olimpici di Tokyo, con la cerimonia inaugurale alle ore 13.00 (italiane) presso lo Stadio Nazionale del Giappone. Sono state, e lo saranno probabilmente anche nelle prossime due settimane, una delle edizioni più tormentate nella storia delle Olimpiadi moderne. Assente il pubblico, saranno i brand della moda ad accompagnare i più di 10mila atleti in campo.
A partire da Giorgio Armani che, per la quinta volta dopo i giochi estivi di Londra 2012 e Rio 2016 e quelli invernali di Sochi 2014 e Pyeongchang 2018, ha firmato le divise dei 384 atleti azzurri in gara. Il completo di colore bianco di Ea7 Emporio Armani è realizzato in poliestere tricot shiny riciclato e composto da track top a fondo aperto chiuso sul davanti, manica raglan, collo rialzato con forma a cratere con zip laterale nascosta. Tra gli atleti italiani, parteciperanno alle Olimpiadi anche i campioni testimonial del brand: i pallavolisti Paola Egonu e Simone Giannelli, il tennista Fabio Fognini, Gabriele Detti per il nuoto, Giuseppe Vicino e Matteo Lodo per il canottaggio.
Come da tradizione, gli Stati Uniti vestiranno, invece, Ralph Lauren, che per realizzare la collezione si è giocato la carta della sostenibilità, coinvolgendo l’azienda specializzata nella ricerca di materiali ecologici Dow. Per accappatoi, pigiami e intimo, ci pensa Skims di Kim Kardashian, che per la prima volta porta in campo un brand di loungewear alle Olimpiadi. Partner del team Gran Bretagna è Ben Sherman, che rifornirà gli atleti del Regno Unito con polo, felpe e tute di una collezione dedicata ai giochi del 1964. La Francia fa il bis con Le coq sportif e Lacoste, in bella vista durante la sfilata inaugurale. Il brand Asics, oltre a essere Gold sponsor della competizione, sarà anche partner del leisure wear di Australia e Giappone, mentre a tenere il tempo sarà la maison di orologi Omega, cronometrista ufficiale delle Olimpiadi dal 1932.
Una partnership olimpica, si sa, è infatti uno degli accordi più ambiti nel marketing sportivo, capace di offrire una visibilità senza pari. Al punto che, riporta Business of Fashion, alcuni marchi sono disposti a pagare anche 100 milioni di dollari al Comitato Olimpico Internazionale (Cio) in cambio di pacchetti quadriennali che concedono loro i diritti di marketing. Un business che rappresenta circa il 20% delle entrate del Cio.