Messo sotto pressione dagli investitori, Ralph Lauren è pronto a spingersi in Europa. Le azioni di Ralph Lauren sono infatti al medesimo livello della loro offerta pubblica del 1997, in un mercato che da allora è cresciuto del 25%.
Ma Ralph Lauren si dichiara pronto a combattere, con l’aiuto di Roger Farah, nuovo presidente dall'inizio del 2000.
La società assicura di potere ottenere 1 miliardo di dollari di cash flow nei prossimi 3-5 anni. Per riuscire, Lauren è pronto ad espandersi in Europa, dove vuole triplicare la sua attività a 1 miliardo di dollari in 5 anni, duplicare i punti vendita che hanno il suo design ed aumentare i negozi di proprietà.
Infine, per aggirare lo snobismo degli europei verso i vestiti prodotti in Asia (i capi Polo sono prodotti da un produttore di Hong Kong) Lauren investirà su un produttore italiano.
Tutto ciò comporterà un sostenuto livello di spesa, attualmente a 100 milioni di dollari annui. Per preparare la sua spinta, Lauren ha speso 230 milioni di dollari in due anni per ricomprarsi i diretti di licenza europei ed a gennaio ha messo in allerta i suoi rivali con la sua seconda sfilata di capi maschili, scegliendo Milano come sede.
I margini sono sicuramente più alti in Europa che negli Stati Uniti perché il mix di prodotti pende più verso l’alto lusso, ma Lauren dovrà investire su negozi di proprietà. Con il panorama frammentato di negozi, infatti, accompagnato alla scarsità di catene di grandi magazzini, "la vera soluzione per l’Europa è una rete retail di proprietà," dice Lauren.
Nel frattempo, il margine operativo di Lauren per il trimestre con fine 29 dicembre era del 15%, qualche punto in meno rispetto all’anno precedente. Il debito era di 77 milioni di dollari, il 70% in meno dell’anno precedente. Per l’anno fiscale, che chiude a marzo, Lauren dovrebbe eguagliare il netto dell’anno precedente di 165 milioni di dollari su ricavi di 2.3 miliardi di dollari.
L’obiettivo a lungo termine continua Farah è una crescita annua dei ricavi del 10-15%.