The Bridge festeggia i 50 anni di storia con una limited edition, forte di risultati economici che Marco Palmieri, presidente di Piquadro Group, cui fa capo il brand da due anni, definisce “soddisfacenti”. Il marchio specializzato in pelletteria, in orbita al gruppo che oltre al marchio omonimo e alla label toscana è proprietaria anche di Lancel, ha dato vita a una limited edition di 50 esemplari ispirati direttamente agli archivi: la saddle bag e la portagiornali, due accessori che hanno fatto la storia del brand e che per l’occasione sono stati reinterpretati con lavorazioni e decorazioni ad hoc e rigorosamente ‘a mano’. In questa capsule, questi due accessori si arricchiscono con decorazioni floreali dai colori brillanti per la saddle bag, e di effetti sfumati con un tocco vintage per la cartella da uomo. Dal 23 novembre, i 50 pezzi unici saranno in vendita online e nei flagship store di Milano, Torino e Bari. Inoltre, sarà possibile anche ricevere una personalizzazione dei capi con le proprie iniziali.
“Oggi The Bridge festeggia un compleanno molto speciale. Il nostro è un cuoio ecosostenibile da sempre; la scelta di celebrare i suoi primi cinquant’anni di storia nasce dalla consapevolezza che l’heritage è molto forte e che i valori di ecosostenibilità e savoir-faire artigianale vanno ribaditi e rinforzati”, ha dichiarato Palmieri.
Tra i marchi del gruppo, The Bridge è quello con il più alto tasso di crescita: il gruppo Piquadro ha archiviato l’esercizio 2018-19 con un fatturato consolidato di 147,5 milioni di euro (51,1%) e un utile netto pari a circa 34 milioni di euro. Nel periodo, The Bridge ha fatto segnare un giro d’affari in aumento dell’11,6% “a una trentina di milioni di ricavi”, ha raccontato Palmieri a Pambianconews. “Quando lo abbiamo rilevato il fatturato era di 19 milioni; questo significa che in tre anni siamo cresciuti del 50%, e lo abbiamo fatto mantenendo lo stesso perimetro distributivo e lavorando semplicemente sul dna del marchio”.
La ricetta del successo, stando all’imprenditore, è quella di “rimanere coerenti col passato, integrando la collezione storica con prodotti più freschi e giovani, per estendere anagraficamente il target”. Al centro di questa strategia, una nuova modalità di comunicazione e un’attenzione ancora più mirata alla produzione, tutta made in Italy. “Rispetto al passato abbiamo reindustrializzato l’azienda, riportando addirittura all’interno alcune lavorazioni che in precedenza erano state esternalizzate”.
I dati continuano a essere incoraggianti anche nel primo semestre dell’anno, in cui The Bridge ha fatto registrare una nuova progressione dei ricavi, pari al 10 per cento. A contribuire alla crescita, anche l’e-commerce. “Quando siamo entrati non esisteva, oggi vale un 5-6% del turnover complessivo”.
E una grande attenzione la ha anche la distribuzione. Il marchio, che ad oggi conta su 13 boutique (di cui una all’estero), sta valutando un piano di espansione retail anche e soprattutto oltre confine, e un nuovo concept, che “entro la primavera verrà applicato al negozio di Brera, a Milano”, ha concluso Palmieri.