Dopo un 2017 chiuso oltre le attese, anche nella prima metà del 2018 il sistema moda italiano prosegue il trend di crescita. Secondo i dati di Confindustria Moda, nei primi sei mesi dell’anno il fatturato complessivo del settore tessile-moda dovrebbe aumentare del 2,6%, per effetto soprattutto dello sprint del segmento a valle della filiera, in crescita del 3%, mentre il settore a monte vede i ricavi aumentare del 2,2 per cento.
Dietro alle performance positive del primo semestre c’è un export piuttosto frizzante, anche se caratterizzato da una forte volatilità: secondo il Centro studi dell’associazione di categoria, si dovrebbe attestare sul +3,1 per cento. “A livello internazionale c’è incertezza per le situazioni politiche, motivo per cui è anche difficile fare delle previsioni più a lungo termine – ha spiegato il neo presidente di Sistema moda Italia, Marino Vago in occasione del suo primo incontro con la stampa dopo la nomina di marzo – ma fortunatamente il tessile-moda italiano esporta in molti Paesi: è poco probabile che tutti scendano contemporaneamente”. Tra i bacini più interessanti ci sono la Russia e la Cina, che hanno registrato ottime performance nel corso dell’ultimo anno. La Russia, infatti, sembra aver riagganciato la ripresa, con un +10,9% nel 2017 riportandosi sopra al miliardo (con ottime performance da parte della moda uomo, +19,6%). L’export in Cina è aumentato dell’11,9% (con l’uomo a +18,3%).
“I numeri in crescita del settore confermano che il lavoro di Claudio Marenzi, che mi ha preceduto alla presidenza di Smi, è stato importante – ha sottolineato Vago – perché ha saputo dare grande risalto e visibilità all’estero al sistema moda italiano ed è riuscito a dialogare proficuamente con le istituzioni. Ora – ha aggiunto – occorre compattare il fronte. Dato che i risultati positivi sono sostanzialmente legati all’export, dobbiamo presentarci come un sistema unico, coeso, specie a livello internazionale, come una holding. Mi riferisco alla rappresentanza nelle fiere e ai centri tecnologici che dovrebbe essere in comune”. Tre i pilatri del mandato di Vago: la sostenibilità che si dovrebbe tradurre nel proseguimento della collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana; la comunicazione e in particolare quella con la generazione dei Millennials (“per questo dobbiamo costruirci una reputazione digitale”, ha spiegato il presidente); e, infine, la formazione per la creazione di figure specializzate. Una priorità, secondo Vago, perché, “nei prossimi dieci anni ci saranno 45mila tecnici specializzati che usciranno dal mondo del lavoro e difficilmente potranno essere rimpiazzati”.