“La nostra azienda produce denim da cinquant’anni. Tela Genova ci permette di recuperare lavorazioni e maestrie che diversamente, con prodotti più commerciali, andrebbero perse. Andiamo a riprodurre capi iconici della tradizione tessile italiana in chiave contemporanea: rendiamo fruibile un prodotto heritage”. A fare gli onori di casa, in occasione di Pitti Uomo 104, è Cristiano Caucci, brand manager di Tela Genova, marchio di proprietà di FG 1936, che ha archiviato il 2022 con un fatturato in crescita del 20 per cento rispetto all’anno prima.
Con la nuova collezione P/E 2024, Tela Genova rafforza la sua mission: essere espressione concreta delle esigenze di un pubblico attento e alla ricerca di un prodotto innovativo. I materiali resistenti, i volumi che attingono al passato traendo ispirazione dai capi indossati dai marinai e vestibilità loose sono alcune delle caratteristiche che danno vita alla capsule collection ‘Marinai Italiani’. Tele indigo cotone-canapa, dettagli quali le cuciture con filato di cotone erto e tasche con rinforzi, sono trademark di Tela Genova. Dietro la costruzione di ogni capo, partendo da una visone contemporanea del mondo navy military e workwear, c’è uno storytelling dove le parole chiave sono qualità, unicità e cura.
“Il 2022 – ha continuato Caucci – ha registrato un ritorno alla crescita dopo il biennio segnato dal Covid. Lo scorso anno il giro d’affari ha evidenziato un +20% e, al momento, è una progressione confermata anche nei primi mesi del 2023. Tela Genova è un marchio di nicchia: non puntiamo a una crescita ‘esponenziale’. perché la distribuzione è molto selezionata”.
Ad oggi il giro d’affari di Tela Genova è generato per l’80% Italia: “Negli ultimi due anni però abbiamo deciso di internazionalizzare la nostra distribuzione – ha concluso Caucci -. Ci sono in Italia territori poco ricettivi su un prodotto di cultura heritage. Oggi siamo spinti da nord Italia e nord Europa, in primis Svezia, Danimarca, Belgio e Olanda. La proporzione attuale è 150 dealer in Italia e 50 in Europa, ma l’obiettivo in tre anni e di arrivare a un rapporto paritario estero-mercato domestico”.