Swatch Group guarda al 2021 per il ritorno ai livelli di vendite pre-Covid, convinto della ripresa della domanda di orologi e gioielli in tutto il mondo, come già visto nella Cina continentale in seguito alla normalizzazione della situazione sanitaria. Il gigante svizzero delle lancette, controllante, tra gli altri, i marchi Tissot, Omega e Longines, ha chiuso il 2020 con un fatturato netto di 5,59 miliardi di franchi svizzeri (circa 5,1 miliardi di euro), in calo del 32,1% (-28,7% a cambi costanti). “La perdita di fatturato legata alla valuta – si legge nella nota di Swatch Group – ammonta a 286 milioni di franchi”.
I dodici mesi evidenziano un rosso di 53 milioni di franchi, che si confronta con l’utile di 748 milioni dell’esercizio precedente. Secondo Reuters, questa è la “prima perdita del gruppo dal 1983, l’anno in cui Swatch Group ha assunto la sua forma attuale e ha lanciato l’orologio in plastica Swatch“.
In mattinata, le azioni della società perdevano quasi 4 punti percentuali alla Borsa di Zurigo.
Nel solo secondo semestre, il fatturato del colosso svizzero ha segnato un -14,3% rispetto all’esercizio precedente (il dato fornito dal gruppo è a cambi costanti), “ma superiore del 54,7% rispetto al primo semestre”. A confermare il trend di ripresa anche il solo mese di dicembre, con una performance “forte”, nonostante i nuovi lockdown in mercati chiave come Germania e Gran Bretagna.
Per il 2021, Swatch Group stima “una buona probabilità che le vendite in valuta locale si avvicinino a quelle del 2019, con margini significativamente migliorati”. Il volume di ordinazioni nel segmento produzione risulta inferiore solo del 4% a fine 2020 rispetto all’esercizio precedente.