Un 2022 chiuso in progressione e un 2023 che potrebbe addirittura rivelarsi un’annata record. Sono questi i poli entro cui si muove Swatch Group, colosso svizzero dell’orologeria, che ha archiviato il 2022 con un fatturato di quasi 7,5 miliardi di franchi (circa 7,5 miliardi di euro al cambio attuale), in crescita del 2,5 % a cambi correnti (+4,6% a cambi costanti). L’effetto valutario negativo è stato pari a 151 milioni di franchi o -2,1 per cento. L’ebit ha fatto segnare un +13% a 1,16 miliardi di franchi. L’utile netto è invece aumentato da 774 a 823 milioni di franchi, con un margine netto dell’11% (era al 10,6% nell’anno precedente).
Il segmento Orologi & Gioielli (produzione compresa) ha conseguito un margine operativo del 17,2% (nell’esercizio precedente era al 15,9 per cento). Gli aumenti double digit delle vendite in Europa, America, Medio Oriente e nella maggior parte dei mercati asiatici sono stati fortemente attenuati dal “significativo calo del fatturato in Cina”: rispetto al full year precedente, il mancato guadagno in questa regione è stato di oltre 700 milioni di franchi. “Particolarmente colpito – spiega Swatch Group – è stato il quarto trimestre, in cui prima i lockdown e poi, dopo la revoca delle misure, la massiccia ondata di infezioni da Covid hanno determinato perdite superiori al 30 per cento”. La flessione nel mese di dicembre è stata addirittura di circa il -50 per cento. Gennaio, invece, mostra un andamento positivo “con vendite che supereranno il forte mese di gennaio dell’esercizio precedente”.
L’attività di vendita al dettaglio ha registrato un balzo a due cifre, non solo per il marchio Swatch, ma in particolare anche per i marchi Harry Winston, Breguet e Omega. Swatch Group continua inoltre ad investire in modo molto selettivo in nuove attività retail: a fine 2022 è stato acquistato un edificio in una delle migliori ubicazioni commerciali di Amsterdam, la P.C. Hooftstraat.
Tra gli highlights dell’anno appena concluso, il player guidato da Nick Hayek ha evidenziato il successo di Bioceramic MoonSwatch, best seller con oltre un milione di esemplari venduti. La domanda – prosegue l’azienda – è stata elevata anche a gennaio nei circa 180 store che offrono MoonSwatch in esclusiva. “Sulla scia del successo del MoonSwatch -prosegue la nota -, anche l’intera collezione Speedmaster del marchio Omega, ad esempio con i modelli Moonwatch, ha beneficiato di un grande interesse”.
Quanto al settore della produzione, Swatch Group evidenzia “fatturati nettamente superiori e margini migliori rispetto all’esercizio precedente”. Le difficoltà nell’approvvigionamento di alcune materie prime e componenti, tuttavia, hanno determinato ritardi nelle consegne nonostante l’aumento delle scorte di sicurezza. Il portafoglio ordini alla fine del 2022 è superiore del 24% rispetto al 2021. In vista della potenziale carenza di energia e delle possibili difficoltà di approvvigionamento, la società ha deciso di aumentare in modo massiccio le scorte di sicurezza dove possibile. “Questa misura – aggiunge il gigante di Bienne – darà i suoi frutti anche considerando l’aumento della domanda in Cina, in seguito all’abbandono della strategia Zero Covid. La maggior parte dell’aumento delle scorte, pari a 484 milioni o al 7,6%, riguarda le categorie delle materie prime, dei prodotti in corso di lavorazione e dei semilavorati”.
Swatch Group prevede, come anticipato, una forte crescita delle vendite nel 2023 in tutte le regioni e i segmenti. “Dopo la fine delle misure Covid, i consumi si sono rapidamente ripresi, non solo in Cina, ma anche nei mercati limitrofi di Hong Kong SAR e Macao – conclude la nota -. Inoltre, la revoca delle restrizioni di viaggio in Cina rivitalizzerà le vendite nelle destinazioni turistiche. La crescita delle vendite di gennaio in Cina rafforza le aspettative di puntare a un anno record nel 2023”. In mattinata le azioni di Swatch Group guadagnavano quasi due punti percentuali alla Borsa di Zurigo: il mercato si è per ora rivelato indulgente rispetto al mancato raggiungimento di una progressione a doppia cifra delle vendite annuali, “poiché – ha spiegato a Reuters Luca Solca, analista di Bernstein – le ragioni di questa performance sono legate alla politica cinese di zero Covid e ora quest’ultima è stata gradualmente eliminata. Il forte outlook per il FY23 sembra dunque ragionevole”.