L’e-commerce frena nel mercato post-Covid. Dopo la fortissima accelerazione durante gli anni della pandemia, e all’indomani della stessa, lo shopping online sembra essere andato incontro a una normalizzazione, evidenziando una crescita più moderata e controllata sia in Europa sia oltreoceano.
A scattare una fotografia del fenomeno è la ricerca “Ecommerce Hangover”, condotta dalla società di consulenza e-commerce Storeis, secondo cui negli ultimi tre anni il tasso di crescita delle vendite online si è ridotto visibilmente, passando dal +43% del primo trimestre 2020 sul 2019 al +18% del 2022 sul 2021, fino al rialzo single digit pari al +4% del primo quarter 2023. Il dato è il risultato di un’osservazione condotta su un campione di oltre 50 brand in diversi settori (Luxury, Fashion, Sport, Beauty, Others), attivi principalmente in Europa, con il contributo di altre fonti ufficiali tra cui la ricerca Netcomm ‘NetRetail 2023’ (di cui Storeis è partner) e o il ‘Us Dept. of e-commerce Data’.
Anche in Italia, nello specifico, il mercato online si sta assestando: il numero di acquirenti online totali rimane pressoché invariato rispetto al 2021, mentre il numero di acquisti su piattaforme digitali ha subito addirittura una contrazione nei primi mesi del 2023, complice l’inflazione e il ritorno alla dimensione fisica dello shopping. A dimostrazione del pattern delineato dallo studio, ci sono le performance di alcuni dei principali marketplace europei, basti a pensare al recente assestamento di Zalando. E negli Stati Uniti la situazione sembra non cambiare, con un primo trimestre dell’anno in corso che continua a crescere ma con meno slancio rispetto agli anni precedenti.
“L’impatto dell'”ecommerce hangover” ha colto di sorpresa diversi brand nel settore della moda, i quali avevano proiettato notevoli aumenti dei ricavi dopo la pandemia da Covid-19″ – spiega il founder e CEO di Storeis, Andrea Vit -. Al contrario del passato, l’espansione dei canali digitali non è più una certezza. Oggi, per raggiungere tale obiettivo, è necessario affrontare sfide che coinvolgono non solo l’aspetto digitale, ma abbracciano l’intera struttura aziendale”.
Intanto, sullo sfondo di un riassestamento degli equilibri tra i canali d’acquisto, il mondo del lusso naviga tra opportunità e sfide del ‘new normal’, che ha delineato un nuovo panorama d’azione per il settore fashion. I consumatori, in uno scenario inflazionistico di rincari e incognite, diventano sempre più prudenti verso le spese ritenute inessenziali, sebbene complessivamente nell’ultimo anno il mercato globale del lusso abbia conosciuto una piena ripresa sul 2019 pre-Covid e quasi tutti (95%) i brand di luxury goods abbiano messo a segno un tasso di crescita positivo nel 2022 .
Secondo il report “What’s happening in Luxury in 2023?” redatto da Storeis, più di due terzi dei consumatori (69%) dichiara di aver rivalutato le proprie spese considerate accessorie e il 96% ha espresso la volontà di risparmiare nei prossimi sei mesi. Cambia anche lo scacchiere dei mercati strategici: la Cina, così imprescindibile per il lusso, permane in rallentamento, pur restando prima in termini di crescita assoluta (+10% nel 2023), seguita dal resto dell’Asia-Pacific (+8%) e dagli Usa (+5 per cento).
Le analisi qui riportate sono il frutto del lavoro di ricerca di Storeis, società di consulenza e-commerce e agenzia di digital marketing indipendente, fondata nel 2018 da Andrea Vit, attuale amministratore delegato. L’azienda è specializzata in Online advertising, SEO, UX, Digital Intelligence, e Marketing Technology per i settori Fashion, Luxury, Sporting Goods, Retail, Beauty e Consumer Electronics, e si occupa di accompagnare i brand partner nell’accelerazione delle vendite online e nella capitalizzazione degli investimenti digitali.
“È essenziale sviluppare una strategia di distribuzione dei prodotti a livello internazionale che sia solida e ben pianificata – spiega Vit a proposito della ‘ricetta’ aziendale per emergere nell’attuale scenario economico -. Parallelamente, un piano di merchandising mirato e la creazione di contenuti di qualità sono componenti chiave per raggiungere il successo nei canali digitali. Questi tre elementi, quando combinati con una gestione coerente dei media e dei dati, spingono le aziende a intraprendere un cambio di paradigma interno”.
Proseguendo: “È importante notare che questo processo di trasformazione richiede tempo e un impegno continuo da parte dell’azienda. Tuttavia, se gestito con attenzione e strategia, può portare a un cambiamento virtuoso nel lungo termine.”
Storeis ha sede a Padova e un team internazionale di 70 persone, grazie a un’innovativa modalità di lavoro smart e flessibile, premiata dal Politecnico di Milano con lo Smart Working Award come la migliore iniziativa italiana di hybrid work.
Storeis spende il 10% delle proprie risorse in Ricerca e Sviluppo e formazione per sviluppare soluzioni innovative in ambito omnichannel, full funnel media management, data & business intelligence, UX & website optimization. E pubblica, parallelamente, degli Insight Report sui principali trend del mondo digitale.
A dimostrazione di una approccio vincente al lavoro accanto alle aziende, Storeis si è lasciata alle spalle un 2022 con un fatturato in crescita del 74% e un massivo piano di assunzioni. Numerosi anche i riconoscimenti ottenuti: ai vertici della classifica Great Place to Work dal 2021, Storeis è Best Workplace for Millennials™ e for Women™, e recentemente anche Best Workplace Diversity, Equity & Inclusion™, a testimonianza dell’incessante impegno per un impatto positivo e per il work-life balance.