Dopo New Yorker e Wired la spinta sindacalista in Condé Nast Usa non si ferma. Un crescente numero di dipendenti della casa editrice sta unendo le forze per fare valere i propri diritti. Provenienti dalle testate Gq, Vanity Fair, Vogue, Glamour e Bon Appétit, seguono la scia dei due sindacati già esistenti riconosciuti dall’editore, quelli appunto di Wired e New Yorker.
I nuovi sforzi organizzativi, riporta Bloomberg, scaturiscono da tensioni interne che risalgono già al 2020 quando alcuni dipendenti di Bon Appétit segnalavano la presenza di diseguaglianze razziali. In una dichiarazione i lavoratori di Condé Nast chiedono che l’azienda si impegni per garantire maggiore diversità, più sicurezza, salari più alti e percorsi più chiari per l’avanzamento di carriera. I dipendenti stanno inoltre cercando di unirsi a NewsGuild, affiliato dell’associazione Communications Workers of America, che rappresenta altre testate Condé Nast oltre che redattori di New York Times e Washington Post.