Per il terzo anno consecutivo l’industria italiana della moda femminile non registra un risultato particolarmente brillante, pur segnando una inversione di tendenza. Secondo le stime preliminari elaborate da Smi, il giro d’affari settoriale non dovrebbe andare oltre una lieve crescita dello 0,7%, riavvicinandosi, dunque, ai 12,3 miliardi di euro. Sul risultato settoriale, secondo i dati elaborati dal Centro Sudi di Sistema Moda Italia, ha gravato ancora una volta l’arretramento del mercato nazionale. L’estero, viceversa, si è rivelato favorevole, sperimentando un discreto dinamismo che ha portato le vendite estere complessive a coprire quasi il 60% del turnover di comparto.
Anche a fronte di un significativo incremento delle importazioni dall’estero, il valore della produzione effettuata in Italia si mantiene interessato da un trend negativo, in lieve peggioramento rispetto al dato 2013, stimato nella misura del -0,8 per cento.
Relativamente al mercato domestico, la moda femminile, pur sperimentando un discreto ridimensionamento del tasso di caduta rispetto al gravoso risultato del 2013, si conferma in flessione; il cedimento su base annua viene stimato del 3,6 per cento. Guardando ai mercati esteri, come accennato in precedenza, l’export della moda femminile italiana ha sperimentato una prosecuzione del trend positivo, registrando una decisa accelerazione rispetto al ritmo evidenziato nel 2013: su base annua, il fatturato estero dovrebbe infatti archiviare una crescita del +4,2%, portandosi complessivamente a superare quota 7,3 miliardi di euro. Anche l’import di moda donna, come peraltro quello della filiera Tessile-Moda nel suo complesso, torna caratterizzato da una variazione positiva, facendo segnare una crescita stimata nell’ordine dell’8 per cento. A fronte del suddetto andamento degli scambi con l’estero in entrata e in uscita dall’Italia, il surplus commerciale di settore dovrebbe mantenersi prossimo ai 3,4 miliardi euro, così come nel 2013.