Levatacce al sorgere del sole, code scoraggianti al freddo, risse tra gli espositori e altre file per i camerini prima di arrivare esauste al vittorioso traguardo: la cassa. E’ la dura stagione dei saldi, che impone un vero e proprio tour de force per accaparrarsi l’oggetto del desiderio scovato mesi prima. Stesso discorso per l’acquisto di capi legati a collezioni speciali, spesso a tiratura limitata. Ebbene, da alcuni anni, l’e-commerce è apparso quale possibile salvatore di chi non ha più voglia né tempo da investire nello shopping vissuto come battaglia di sopravvivenza fino all’ultimo cardigan. Ma il relax è solo sulla carta.
La battaglia, infatti, si è trasferita sul web. Lo scorso novembre il sito e-commerce Net a Porter (Vangelo digitale per le fashion victim di tutto il mondo) è stato protagonista di un inaspettato black out a causa dell’afflusso contemporaneo di milioni di utenti impazienti di fare shopping un secondo dopo l’inizio dei saldi. Tempo pochi minuti, e i social network pullulavano di messaggi dal tono inizialmente preoccupato e, dopo poco, notevolmente irritato.
E il nervosismo non scherza. Leggere, per credere, le reazioni delle clienti australiane, forse le più nervose, allorquando non hanno potuto acquistare i prodotti della vasta collezione Missoni for Target lanciata nel 2011, tra le prime ad affiancare griffe altisonanti a prezzi competitivi. Il colosso del low cost aveva promosso per settimane capi di abbigliamento e complementi di arredo per poi vanificare la possibilità dell’acquisto online. Ancora un volta il sito non ha retto la valanga di contatti e Twitter ha registrato lo sfogo delle clienti inferocite a cui poco è servito il messaggio di scuse da parte del brand.
Quando si parla di collaborazioni tra catene low cost e marchi del lusso il primato spetta però a H&M. A partire dal 2004, ogni anno il marchio svedese presenta almeno una collezione in partnership con nomi internazionali importanti come Karl Lagerfeld, Stella McCartney e Roberto Cavalli. Il primo passaggio a vuoto sul web risale a novembre 2011, quando, dopo mesi di battage pubblicitario sulla stampa di settore affiancato anche da uno sperimentale spot televisivo, la collezione Versace for H&M arriva finalmente in alcuni selezionati store e online. Purtroppo, il sito va in crash, e lo stesso si ripete nel gennaio successivo per la Cruise Collection Versace creata appositamente per i clienti del web. Pochi riescono a conquistare abiti e accessori con le mitiche stampe della Medusa prima che il sito collassi. Seguono scuse di rito e la speranza che l’episodio resti un caso isolato. Purtroppo, sia la linea Isabel Marat pour H&M (2013) sia la Alexander Wang x H&M (2014) bissano lo spiacevole ingorgo digitale seguito dalla disperazione degli utenti lasciati con un pugno di mosche e la carta di credito intonsa davanti ai monitor dei propri pc.
Come rimediare a tutto ciò?
Andare a letto al tramonto, regolare diligentemente la sveglia affinché suoni prima dell’alba, coprirsi bene e incamminarsi verso il negozio in cemento e mattoni. Sperare di trovare qualche amica o farsene di nuove mentre si attende l’apertura delle porte che darà vita a un’esperienza di shopping tradizionale, forse superata, antiquata, démodé, ma che non vi lascerà con l’amaro in bocca (e le grucce vuote).