Se i suoi filati multicolor sono entrati nella vita di milioni di persone, quella di Ottavio Missoni è stata indubbiamente scandita da momenti luminosi, vittorie adrenaliniche e sfide non prive di chiaroscuri. Nel 2021 avrebbe compiuto 100 anni, molti dei quali trascorsi tra i protagonisti del fenomeno mondialmente riconosciuto come Made in Italy. Il visionario imprenditore, nato 100 anni fa in Dalmazia, si trasferisce nell’infanzia a Zara, quindi studia a Trieste e a Milano. Nel 1937 presso l’Arena del capoluogo lombardo batte sui 400 metri l’americano Robinson in 48”8, tempo che per 75 anni rimarrà la migliore prestazione italiana di un sedicenne. La carriera sportiva prende il volo quando entra a far parte della Nazionale Italiana di Atletica Leggera conquistando il titolo di Campione Mondiale Studentesco. Durante la guerra Ottavio è militare in Africa e viene fatto prigioniero dagli inglesi per quattro anni, al rientro con la Nazionale partecipa alle Olimpiadi di Londra del 1948. All’ombra del Big Bang conosce Rosita Jelmini che diventerà motore propulsivo della sua famiglia nonché partner imprescindibile nella vita professionale. A Trieste Missoni dà vita alla sua prima attività di maglieria: in una piccola fabbrica, quattro macchine in tutto, produce tute per allenamento in lana che saranno adottate come divisa dalla Nazionale italiana. La carriera agonistica termina nel 1953 dopo ben 17 anni con la maglia azzurra, quella nella moda avanza a gran velocità.
Dopo il matrimonio con Rosita, la coppia si stabilisce a Gallarate dove allestisce un piccolo laboratorio di maglieria continuando insieme l’attività iniziata da Ottavio a Trieste. Lavorano per la boutique di Biki di Milano e nel 1958 presentano alla Rinascente la piccola collezione ‘Milano-Simpathy’. Abiti a righe coloratissime conquistano per la prima volta le vetrine di Piazza del Duomo, indossati da manichini bendati come in un gioco di mosca cieca. Nella sua autobiografia del 2011 ‘Sul filo di lana’, Ottavio ricorda un episodio singolare: “Una sera andammo in incognito a guardare la ‘nostra’ vetrina, e quella vista ci riempì d’orgoglio ma ecco che accanto a noi sentimmo un passante esclamare ‘Ossignur, poeur tousann, per fortuna che g’han bendaa i oeucc… se se vedevenn’”.
Risale al 1966 la prima sfilata presso il Teatro Gerolamo di Milano che vede una netta rottura rispetto agli schemi tradizionali dell’uso della maglia. L’anno seguente sono presenti per la prima volta alle sfilate di Palazzo Pitti a Firenze. Parallelamente cresce l’attenzione nei confronti della griffe all’estero, da Parigi alla Grande Mela dove, con l’apprezzamento della mitica fashion editor Diana Vreeland, Missoni inizia fare breccia nei department store, e nei guardaroba, degli americani. Il New York Times scrive: “Se Chanel fosse viva e lavorasse in Italia farebbe esattamente quello che fanno i Missoni”. Ottavio e Rosita scelgono Sumirago dove sorge il nuovo stabilimento in collina, tra bosco e campagna con una vista speciale sul Monte Rosa, dopo pochi anni l’intera famiglia trasloca in una villa poco distante, compresi i tre figli Vittorio, Luca e Angela.
Il maxi patchwork realizzati da Ottavio Missoni diventano delle vere e proprie opere d’arte contemporanea. Nel 1978, per il 25esimo anniversario del brand, viene allestita una spettacolare mostra presso la Rotonda della Besana. Sono esposti per la prima volta i grandi patchwork di Ottavio. La retrospettiva ottiene uno straordinario successo e a ottobre viene ospitata nel Whitney Museum of American Art di New York che per la prima volta accetta di esporre moda nelle sue sale. “Lo vedevo con la scrivania piena di fili, di colori, di pezze. Andava in stamperia e tornava con quadri enormi che disegnava”, ricorda Angela Missoni, al timone della direzione creativa del brand dal 1997. “I miei genitori sono riusciti a portare la maglieria ad un livello dove probabilmente non era mai stata, creando un total look innovativo, assecondando un modo nuovo di vestirsi meno formale. Hanno incominciato a smacchinare la maglia come fosse tessuto permettendo grafiche inedite”, ricorda Angela. Il fil rouge con il mondo della cultura è costante: Missoni realizza più di cento costumi per la Lucia di Lammermoor con la regia di Pier Luigi Pizzi al Teatro alla Scala. Nel 1986 sponsorizza la Mostra sul Cinema ‘Comedy Italian Style’ presentata al Museo d’Arte Moderna di New York. Il mondo applaude la sua creatività e anche le istituzioni italiane ne riconoscono il talento, il Presidente della Repubblica conferisce a Ottavio l’onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana e successivamente quella di Cavaliere al Merito del Lavoro. Momenti, ricordi ed emozioni che, come i suoi colori, non sbiadiranno facilmente.