Nell’attesa che venga avanzata una proposta d’investimento per salvare le sorti di Rifle, è stato trovato un accordo di cassa integrazione straordinaria di 12 mesi a tutela dei 96 addetti che lavorano nel quartier generale di Barberino di Mugello e nei negozi monomarca italiani. Lo scorso 30 settembre, infatti, lo storico marchio di jeanswear made in Italy, fondato nel 1958 dai fratelli Giulio e Fiorenzo Fratini, era stato dichiarato fallito dal Tribunale di Firenze.
“Con questo accordo – dichiarano i sindacalisti Alessandro Lippi della Filctem-Cgil e Gianluca Valacchi della Femca-Cisl di Firenze – abbiamo al momento salvaguardato il 100% della forza lavoro, ma è per noi solo un punto di partenza. Confidiamo infatti che in questi 12 mesi, qualcuno possa essere interessato al prestigioso marchio che rappresentava i jeans italiani nel mondo e di conseguenza, per noi obbligata, anche alle persone che vi lavorano”. In aggiunta, proseguono, “ci teniamo a sottolineare il ruolo avuto da chi gestisce la procedura fallimentare, sia il curatore che i consulenti incaricati, a cui vanno i nostri ringraziamenti per la sensibilità dimostrata nei confronti delle istanze sindacali, pur mantenendo intatto l’interesse della procedura. Adesso si aprirà il confronto per gestire eventuali volontà individuali di uscita, anche temporanea, dall’azienda e per magari ricollocarsi, pur in un momento così difficile per il comparto, presso altre realtà produttive”.