A Renzo Rosso, il vulcanico presidente della Diesel, non piacciono gli annunci, i comunicati, le conferenze stampa. Così ha fatto il suo ingresso come socio di maggioranza nel Neuf Group, la società che ha la gestione della maison Margiela, nel più assoluto silenzio. Dell'operazione, avvenuta a luglio e che ha coinvolto anche la Mitsubishi Corporation diventata azionista di minoranza, sono cominciate a filtrare le voci solo pochi giorni fa sul mercato americano, suscitando un'attenzione meravigliata che forse gli stessi protagonisti non si attendevano e costringendo Rosso a uscire allo scoperto. Realizzando interamente le collezioni in Italia, da Miss Deanna per la maglieria e Staff International per la parte in tessuto, Margiela ha incontrato Renzo Rosso quando questo insolito imprenditore ha acquistato la Staff, un'azienda vicentina dalla vocazione sperimentale, che produceva anche New York Industries, Dsquared, Vivienne Westwood e Diesel Style Lab. Hanno lavorato insieme per due anni e mezzo e alla fine hanno deciso che potevano fare il grande passo.
«è un'idea sostenuta dalla maison Margiela, spiega Rosso, e mi ha trovato più che entusiasta. Per me è importante garantire a una creatività così fresca e moderna il modo di esprimersi serenamente». Sulla creatività, concetto ancora più complesso, che molti ritengono veleno per le vendite, mister Rosso, più noto negli stati Uniti che in patria, ha le idee chiare e da tempo sostiene che è andata perdendosi, come per una lenta emorragia. «In Italia, soprattutto. Basta pensare che non trovo personalità interessanti nemmeno nelle scuole, forse perché il metodo di insegnamento non le aiuta a svilupparsi. Perfino il gusto è poco ricettivo. Nei miei negozi milanesi, che pure ho curato moltissimo arredandoli diversamente l'uno dall'altro, non posso esporre i capi che si trovano a Londra perché non riuscirei mai a venderli. Mi viene da dire, ma senza presunzione, che l'intero sistema italiano, dagli stilisti ai clienti, è troppo borghese».
«Darò tutto il supporto logistico, organizzativo e finanziario che serve, avendo sempre ben chiaro che la moda di Margiela è speciale e l'obiettivo di crescere deve rispettare la natura di un marchio molto sofisticato. Ma decideremo insieme: nelle prossime settimane ci riuniremo per varare un business plan a cinque anni e individuare una linea d'azione. Vorremmo aprire qualche negozio monomarca visto che ce ne sono solo quattro, ma si tratta di decisioni molto delicate. A Milano, per esempio, non sapremmo individuare l'indirizzo adatto. Certo, lontano dal quadrilatero della moda, forse una vecchia casa di ringhiera».