Puma inizia il 2023 con una progressione double digit delle vendite, ma con una redditività in calo, penalizzata da costi più elevati per le materie prime e la logistica. Nel Q1 il gruppo dello sportswear ha registrato un giro d’affari di 2,188 miliardi di euro, in aumento del 14,4 per cento. Per categoria, le vendite di calzature sono aumentate del 28,8% a 1,210 miliardi di euro, mentre i ricavi dell’abbigliamento si sono attestati a 647,7 milioni, l’1,5% in più year-over-year. In calo dell’1,7% gli accessori, a 329,5 milioni di euro. L’utile netto di Puma nel Q1 si è attestato a 117,3 milioni di euro, in flessione del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’ebit è sceso da 196 a 176 milioni di euro: l’ebit margin si è quindi assottigliato dal 10,3% del Q1 2022 all’8 per cento.
La società ha affermato che una forte crescita a livello globale, inclusa la Greater China, l’ha aiutata a compensare una performance più debole nel mercato statunitense, rallentato da scorte eccessive. “L’attuale sviluppo del nostro business in Nord America – ha commentato il CEO di Puma, Arne Freundt – conferma l’importanza e la necessità della nostra nuova strategia per rendere i canali di distribuzione più desiderabili e per contenere il business off-price in Nord America, nonché per elevare ulteriormente il marchio. È rassicurante tornare a crescere nella Cina continentale dopo oltre due anni di attività in calo e siamo cautamente ottimisti riguardo allo sviluppo positivo in corso”.
Freundt ha descritto il 2023 come un “anno di transizione”, iniziato, come previsto, con una pressione sulla redditività. Tuttavia, il manager ha espresso fiducia nella normalizzazione delle giacenze e nel raggiungimento delle prospettive. La previsione per l’intero anno è stata confermata: la progressione dei ricavi sarà high-single-digit a cambi costanti, con un utile operativo compreso tra 590 e 670 milioni di euro. Tuttavia, si prevede che le vendite del secondo trimestre cresceranno solo nella fascia percentuale medio-bassa a una cifra, a causa soprattutto delle scorte elevate dei wholesaler. “Grazie ai nostri continui sforzi, siamo sulla buona strada per normalizzare i nostri livelli di inventario e raggiungere le nostre previsioni annuali”, ha concluso il CEO.
Le dichiarazioni non hanno però allentato la tensione del mercato: in mattinata le azioni di Puma perdevano oltre il 4,5 per cento.