Il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha incontrato ieri pomeriggio a Palazzo Chigi una delegazione di SMI-ATI, Federazione Imprese Tessile e Moda Italiane, composta da Paolo Zegna (Presidente), Michele Tronconi (Vice Presidente vicario e Presidente di Euratex) e Gianfranco Di Natale (Direttore Generale). SMI-ATI, operando in nome di circa 2000 aziende associate all'interno delle quali lavorano circa 100 mila addetti, rappresenta una delle maggiori Federazioni aderenti a Confindustria oltre a rappresentare un settore che con i suoi 525 mila addetti (11,9% dell'occupazione manifatturiera) e 62 mila imprese costituisce una componente fondamentale del tessuto industriale italiano. Una realtà che, secondo i dati della Federazione genera un fatturato annuo di quasi 52 miliardi di euro riconducibile, per il 51% a vendite effettuate al di fuori dai confini nazionali rappresentando, così uno dei settori più export-oriented dela manifatturiero italiano al quale garantisce il 26,5% dell'attivo commerciale complessivo.
“La nostra industria, ha sostenuto Paolo Zegna nel corso dell'incontro, sta seriamente lavorando per trovare sinergie, forme nuove di collaborazione, per innalzare il proprio livello competitivo sui mercati internazionali ed, in particolare, su quelli emergenti, spostandosi verso una maggiore qualità, accrescendo le componenti di innovazione, creatività e flessibilità di servizio. Siamo infatti convinti che la strada giusta (ed unica) per proteggere e rafforzare una leadership che il mondo tuttora ci riconosce sia far fronte alla concorrenza con più capacità competitiva e non con barriere protezionistiche. Come ha ricordato anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, crediamo che sia la dimensione europea l'ambito migliore dell'agire italiano. Una dimensione non solo inevitabile, ma tanto necessaria quanto auspicabile”.
Impresa, però assai difficile poiché l'Europa è uno dei mercati più aperti al mondo (import a dazi zero da 150 paesi e tassi ridotti per altri 40), ma senza reciprocità di trattamento soprattutto verso aree come India e Cina che se da un lato rappresentano dei potenziali clienti dall'altro sono protette da dazi compresi tra il 15 e il 60% a cui spesso si aggiungono barriere non tariffarie come procedure doganali estenuanti e controlli tecnici costosi. Per continuare a contribuire in maniera significativa all'attivo della bilancia dei pagamenti l'industria del tessile-abbigliamento-moda ha, quindi, bisogno di un aiuto forte e continuativo da parte del Governo Italiano per far valere in sede europea su tutti i mercati effettive condizioni dei reciprocità e di trasparenza. Le richieste vertono su punti già discussi e sottolineati in passato che spaziano dall'equità delle regole del gioco alla lotta verso azioni di dumping, dal rispetto della proprietà intellettuale delle nostre aziende alla lotta contro la contraffazione iniziative assolutamente necessarie per impostare un mercato sempre più free ma al contempo fair.
Estratto da Modaonline.it del 6/07/06 a cura di Pambianconews