Il marchio guidato da Patrizio Bertelli dovrebbe emettere a breve una Eurobbligazione per ridurre l’indebitamento (che ammonterebbe a 1,2 miliardi di euro per la holding olandese del gruppo più 280 milioni per la controllante Itmd) cresciuto dopo l’acquisizione di marchi nei mesi scorsi.
Helmut Lang, Jil Sander, Church’s, Byblos, Genny e il 51% di Fendi in tandem con LVMH, sono entrati a far parte nel giro di soli due anni del Gruppo Prada, operazioni che hanno fortemente pesato sui conti. La strategia di Bertelli, fino a pochi mesi fa, prevedeva la quotazione in Borsa con conseguente finanziamento. La situazione è però cambiata e il momento economico non è dei più favorevoli e quindi Piazza Affari dovrebbe attendere.
Bertelli starebbe valutando la possibilità di cedere il 25,5% di Fendi quota su cui ha diritto di prelazione Bernard Arnault. Già da tempo si mormora che la gestione del marchio romano sia troppo complicata dato il numero di soggetti interessati (la numerosa famiglia Fendi e il Gruppo LVMH) per cui Bertelli vorrebbe vendere magari ricavando una sostanziosa plusvalenza.
Anche relativamente a Jil Sander si parlerebbe della ricerca di un compratore o di un finanziatore quasi che il Gruppo si trovasse in difficoltà. In realtà i conti parlano diversamente: nel primo semestre 2001 i ricavi sono cresciuti del 24,9% passando da 695 a 868 milioni di euro. L’ebitda consolidato è cresciuto del 22,4% grazie soprattutto all’andamento dei due marchio storici Prada e Miu Miu per i quali i rapporti tra ebitda e ricavi è passato dal 17,2% al 21,2%. L’utile netto è cresciuto da 26 a 30 milioni di euro mentre gli oneri finanziari sono aumentati meno del previsto e cioè da 15 a 22 milioni di euro.
L’emissione dell’Eurobond servirà a ridurre il debito in un momento di flessione dell’economia mondiale.
sintesi dell’articolo di Giorgio Lonardi a cura di Pambianconews