Prada Holding Nv convertirà l'eurobond da 700 milioni di euro e andrà in Borsa: a Milano, entro l'estate, forse nella prima settimana di luglio, compatibilmente con le condizioni del mercato. Patrizio Bertelli, chairman e marito di Miuccia Prada, e il chief financial officer, Riccardo Stilli, hanno ufficializzato i rumor delle ultime settimane, presentando i dati di bilancio 2001.
Nessun dettaglio ma, secondo ambienti vicini alla quotazione, è confermato che il flottante sarà il 30% più l'eventuale green shoe; global coordinator saranno Deutsche Bank, BnpParibas e IntesaBci.
Inoltre, il 20 25% del collocamento deriverà da aumento di capitale e il resto delle azioni sarà venduto dagli attuali azionisti: Patrizio Bertelli detiene il 35%, Miuccia Prada il 32,2%, la sorella Marina a il fratello Alberto Prada il 15% ciascuno, a Marco Salomoni, il braccio destro di Bertelli, il 2,8 per cento.
«Ci quotiamo adesso ha spiegato Bertelli, perché siamo un gruppo internazionale, il più grande tra quelli non quotati nel lusso, mentre i concorrenti lo sono e dispongono dunque di leve finanziarie completamente diverse dalle nostre» .
Il fatturato è cresciuto del 5,4% a 1.729,4 milioni di euro: Prada e Miu Miu, i marchi storici (il secondo è di proprietà della stilista ed è in licenza fino al marzo 2016), rappresentano 1.343,4 milioni di euro, in crescita del 2,1 per cento. E sono anche quelli che incidono maggiormente sulla redditività, peraltro in netta flessione se rapportata al giro d'affari.
La valutazione complessiva in vista dell'Ipo, secondo ambienti bancari, si aggira sui 4 miliardi di euro, prima dell'aumento di capitale e senza tener conto dell'indebitamento (a fine 2001 la posizione finanziaria netta era negativa per 972 milioni di euro rispetto al miliardo di euro di fine 2000). Una cifra che sembra elevata agli analisti rispetto alle valutazioni di Borsa del settore lusso, anche se non si conoscono i dettagli dei risultati attesi per il 2002 né quelli del primo trimestre.