Anche se manca qualche dettaglio sul perimetro del progetto, lo spin-off immobiliare del gruppo Prada procede a ritmo forzato. Con l'obiettivo di chiudere tutto entro dicembre e recepirne gli effetti nel bilancio 2002, secondo la tabella di marcia decisa tra i soci Miuccia Prada e Patrizio Bertelli assieme all'advisor Lazard, dove il dossier è curato da Arnaldo Borghesi e dal capo del real estate Giancarlo Scotti. Il tutto mentre spunta, a sorpresa, un'altra novità collegata: il possibile passaggio di proprietà del marchio Miu Miu dalla stilista Miuccia al luxury group.
Primo passo è la costituzione di una newco estera (special purpose vehicle) posseduta dalla famiglia, che rileverà per circa 200 milioni di euro un portafoglio di immobili valutato in oltre 300 milioni a prezzi di mercato. L'operazione è configurabile come sale & lease back, con gli immobili riaffittati da Prada contro versamento di canoni di locazione.
La newco si indebiterà con un pool di finanziatori coordinati da lntesaBci. Risultato: la capofila Prada holding farà cassa con i mattoni, liberandosi di attivo immobilizzato. Mentre una quota del debito (807 milioni il netto al 30 giugno) verrà trasferita alla newco di famiglia, che farà fronte agli oneri finanziari coi canoni di leasing. Non solo. Il gruppo Prada potrebbe usare parte dell'incasso per comprare il marchio Miu Miu, che ora fa capo a una società lussemburghese di Miuccia ed è in licenza fino al 2016 al gruppo (11 milioni le royalty annue). Miu Miu è il secondo marchio della scuderia con circa 140 milioni di fatturato e 25 negozi diretti.