Prada ripensa la propria distribuzione. In una nota concisa, diramata questa mattina, la società ha reso noto che, a seguito del CDA di giovedì scorso, che ha analizzato nel dettaglio la struttura del canale wholesale, si è preso atto “della crescente complessità e articolazione del mercato”, deliberando “un intervento di ulteriore razionalizzazione e selezione della rete di clienti indipendenti”.
Il gruppo Prada, si legge nel comunicato, “ritiene indispensabile garantire una maggior coerenza nelle politiche di prezzo sul canale retail e sui canali digitali”.
Questa iniziativa, conclude la nota, “permetterà di rafforzare ulteriormente il valore dei brand del gruppo Prada al fine di sostenere una crescita coerente e duratura”.
L’azienda non ha specificato in quale modo avverrà questa razionalizzazione e quali saranno i wholesaler a essere tagliati. Secondo alcune analisi, è ipotizzabile che a essere interessati dallo stop saranno soprattutto i rivenditori online.
Prada ha archiviato il 2018 con ricavi a quota 3,142 miliardi di euro (+6%), ebitda a 551 milioni e un risultato netto pari a 205 milioni.
Nell’anno, il canale wholesale aveva fatto registrare una tiepida crescita (+1%, contro il +7% del canale retail), e già alla presentazione del bilancio si era prospettato un “approccio selettivo nella scelta dei partner wholesale, nell’ottica di gestire una strategia di crescita controllata”, specie in Europa, e un focus sui “partner top-tier”.
A commento dei dati, il CEO Patrizio Bertelli aveva parlato di un “rinnovamento strategico e conseguente revisione organizzativa, da completarsi nei prossimi mesi”.