Il segnale del nuovo piano di espansione internazionale di Pomellato, uno dei marchi della gioielleria made in Italy, è la creazione di una subsidiary controllata al 100% per sviluppare il mercato statunitense. L'obiettivo è di arrivare a 60 concessionari entro il 2005 e inaugurare un paio di flagship store (negozi monomarca). Progetti di sviluppo anche in Giappone, dove in tandem con l'importatore distributore Mitsui Sann Frères, Pomellato investirà nell'apertura di nuovi punti vendita.
Il piano per l'estero della società controllata dall'imprenditore Giuseppe Rabolini (73%) e Claudio Signori (18%) prevede poi per l'Europa di arrivare a 120 concessionari, con l'approdo sul mercato britannico, dove il marchio non è distribuito.
Per l'Italia, invece, se sarà positiva l'apertura test a Napoli del primo negozio monomarca Dodo, c'è invece il disegno di espandere la catena su tutto il territorio nazionale.
A elaborare la strategia di sviluppo, insieme ai due azionisti di maggioranza, è Francesco Minoli, amministratore delegato (e azionista con il 3%) arrivato in Pomellato dall'Abn Amro nel 1999, anno in cui l'azienda era arrivata ad accumulare 33 milioni di euro di indebitamento. Pomellato ha chiuso il 2001 con un fatturato di 55 milioni di euro, un utile operativo del 14,5% sui ricavi (+10%) e una posizione finanziaria netta di circa 15 milioni di euro.